Chi era Carlo Azeglio Ciampi, morto all’età di 95 anni

L’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi è morto il 16 settembre all’età di 95 anni.

Carlo Azeglio Ciampi, presidente emerito della Repubblica nonché ex governatore della Banca d’Italia, è morto nella clinica Pio XI di Roma il 16 settembre 2016, all’età di 95 anni. Da due anni era afflitto da problemi di salute.

carlo azeglio ciampi
Carlo Azeglio Ciampi © Andreas Solaro/Getty Images

47 anni alla Banca d’Italia

Ciampi, nato a Livorno il 9 dicembre 1920, è stato una delle personalità più importanti della storia recente d’Italia. Oltre ad essere stato il decimo presidente della Repubblica dal 1999 al 2006, infatti, aveva ricoperto la carica di governatore della Banca d’Italia dal 1979 al 1993, ovvero per 14 dei 47 anni trascorsi nell’istituto nazionale dove era entrato tramite concorso.

Nello stesso anno, il 1993, viene nominato presidente del Consiglio, fino al 1994, per poi guidare il ministero del Tesoro, oggi diventato un dipartimento del ministero dell’Economia e delle Finanze.

Il 1993 è stato uno degli anni più importanti nella vita di Ciampi anche perché si è intrecciato con uno degli anni più difficile della storia d’Italia dal secondo dopoguerra. Quello fu l’anno di Tangentopoli e dell’inizio di una crisi sia politica che economica, che obbligò l’Italia a cominciare una nuova epoca, chiamata Seconda Repubblica.

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Carlo Azeglio Ciampi © Andreas Solaro/Getty Images

 

“Come guida ho la Costituzione, le nostre tradizioni democratiche, il giuramento prestato ai rappresentanti eletti della Nazione, la mia coscienza. Il mio invito è a investire nel futuro, ad affrontare l’avvenire con spirito creativo” (Carlo Azeglio Ciampi).

 

Il 1993 di Ciampi

Ciampi fu il traghettatore: “Quell’ottobre del 1993 avevo presentato da alcuni mesi le dimissioni, perché pensavo che quattordici anni da governatore fossero già troppi. Una mattina ricevetti, prima di andare in banca, una telefonata dal presidente della Repubblica, da poco eletto, Oscar Luigi Scalfaro, che mi disse: ‘Caro governatore, debbo vederla. Alle 11 una macchina del Quirinale verrà a portarla a casa mia’”.

 

I negoziati Ciampi per l’euro

Se l’Italia è stata in grado di far parte della zona euro fin dalla sua nascita, molto lo deve proprio a Ciampi. Sia da primo ministro che da ministro del Tesoro nei governi guidati da Romano Prodi e Massimo D’Alema, Ciampi riuscì a migliorare le finanze statali e contenere il debito pubblico che fino a quel momento versavano in condizioni pessime. Inoltre, in precedenza, riuscì a ottenere che il cambio della moneta italiana, la lira, con l’euro fosse pari a 1936,27 lire. Un cambio “abbastanza debole” da consentire alle imprese di puntare maggiormente sulle esportazioni restando competitive sui mercati europei e internazionali. Il quotidiano britannico Financial Times elogiò Ciampi e la sua “grinta negoziale” per questo successo – non considerato tale da molti politici italiani. Il successo di Ciampi in questa impresa gli consentì di diventare la persona in quel momento più autorevole e adatta a ricoprire la carica di presidente della Repubblica, dopo Scalfaro.

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