
Cosa cambia per l’ultra fast fashion con i dazi di Trump?
I dazi imposti dall’amministrazione Trump potrebbero essere un enorme deterrente per il sistema ipercompetitivo della moda a basso costo.
Una moda sostenibile e solidale è possibile. Come? Ve lo dimostriamo nella nostra sezione LifeGate, dove trovate tutti gli aggiornamenti sulle iniziative più ammirevoli e sui tessuti naturali più innovativi. Dai materiali come tessuti sintetici, pellami e pellicce d’origine animale, a una lavorazione che richiede l’utilizzo di prodotti chimici dannosi per l’ambiente e per la salute: l’industria della moda è ancora oggi tra le più impattanti sia dal punto di vista ambientale che sociale. Oggi sono molte le organizzazioni no profit che lottano per rendere questo settore industriale più etico e responsabile. Una rivoluzione che coinvolge direttamente grandi marchi d’abbigliamento e tutta la filiera.
I dazi imposti dall’amministrazione Trump potrebbero essere un enorme deterrente per il sistema ipercompetitivo della moda a basso costo.
La nostra selezione periodica di marchi responsabili nei confronti dell’ambiente e dei lavoratori.
La nostra selezione periodica di marchi responsabili nei confronti dell’ambiente e dei lavoratori.
Quali danni causano le microplastiche rilasciate dai tessuti sintetici e cosa possiamo fare per limitarli, dalla progettazione allo smaltimento dei capi.
Grazie all’implementazione dell’intelligenza artificiale nel settore moda potremmo ridurre drasticamente la sovrapproduzione. Come sempre, però, vanno contenuti gli altri risvolti ambientali.
Campagna Abiti Puliti organizza Sfashion Weekend per ripensare il sistema moda a livello globale. Sul palco anche LifeGate, per raccontare la storia delle lavoratrici La Perla in cassa integrazione.
Smetteremo di produrre vestiti per rigenerare il Pianeta: è la visione della giornalista Tansy E. Hoskins in “Il libro della moda anticapitalista”.
La nostra selezione periodica di marchi responsabili nei confronti dell’ambiente e dei lavoratori.
Si parla di vintage se un capo ha più di 20 anni, è definibile second hand invece è qualsiasi oggetto abbia già avuto un precedente proprietario.
Roberta Redaelli, nel suo saggio Italy & Moda, raccoglie le voci del tessile. E invita il consumatore a fare scelte che lo spingano alla sostenibilità.