Nei giorni in cui Zelensky incontrava Joe Biden e i più alti esponenti politici americani, portando a casa altri 8 miliardi di dollari di aiuti, il leader russo ha annunciato di abbassare la soglia per l’uso delle armi nucleari.
Cos’è questa storia delle lezioni annullate sullo scrittore russo Dostoevskij
Un corso su Fëdor Dostoevskij tenuto dallo scrittore Paolo Nori in Bicocca viene prima annullato, poi riammesso dall’ateneo milanese. È polemica.
Una serie di lezioni sullo scrittore russo Fëdor Dostoevskij che avrebbe dovuto essere curata da Paolo Nori, noto russista, è stata annullata all’Università Bicocca di Milano. Sembra incredibile, ma è accaduto.
Università Bicocca: il corso di Paolo Nori su Dostoevskij cancellato
“Sono arrivato a casa e ho aperto il pc e ho letto una mail che arrivava dalla Bicocca. Diceva: ‘Caro professore, stamattina il prorettore e la didattica mi hanno comunicato la decisione presa con la rettrice di rimandare il percorso su Dostoevskij. Lo scopo è evitare ogni forma di polemica soprattutto interna in quanto è un momento di forte tensione’”.
A peggiorare la situazione poi il dietrofront dell’ateneo scattato dopo la sommossa pubblica che è scaturita una volta diffusasi la notizia. Un incessante flusso di pareri di politici, intellettuali e semplici cittadini, per lo più sdegnati da una censura dal sapore antico, quasi medievale.
Se è infatti indubbio il rifiuto e la contrarietà verso una guerra che uccide e strema popoli senza colpe, sia quello ucraino che quello russo, allo stesso modo è inaccettabile cancellare e dimenticare lo straordinario contributo che la cultura russa ha dato al mondo del sapere internazionale.
Che senso ha boicottare gli autori russi? Così come la loro arte?
Si esprime in questa direzione lo stesso Nori, incredulo e amareggiato: “Trovo che quello che sta succedendo in Ucraina sia una cosa orribile e mi viene da piangere solo a pensarci. Ma quello che sta succedendo in Italia oggi, queste cose qua, sono ridicole: censurare un corso è ridicolo. Non solo essere un russo vivente è una colpa oggi in Italia ma anche essere un russo morto che, quando era vivo, nel 1849, è stato condannato a morte perché aveva letto una cosa proibita, lo è. Che un’università italiana proibisca un corso su un autore come Dostoevskij è una cosa che io non posso credere”.
Forse è davvero il momento di fermarsi, tutti, e riflettere. Stop alle bombe e ai giudizi affrettati. Una cultura millenaria non può essere bandita sull’onda dell’odio per un uomo che detiene il potere e ne abusa.
Il danno ormai è fatto e a poco serve aver annullato la decisione presa inizialmente dall’Università Bicocca di sospendere il seminario di Paolo Nori su Dostoevskij.
Chi è Paolo Nori
Gli appassionati di letteratura lo conoscono bene, specie gli amanti del mondo russo. Paolo Nori è da sempre uno studioso di letteratura russa che ha il merito di averne facilitato la diffusione in Italia. Da anni infatti traduce testi dei maggiori autori russi e cura antologie preziose per chi studia questi argomenti. Ma non solo: è anche un apprezzato romanziere, premiato più volte e nella scorsa edizione del Premio Campiello, era uno dei candidati alla vittoria con il suo “Sanguina ancora” proprio su Dostoevskij.
Da anni il suo blog è un luogo meraviglioso dove, accanto a perle erudite di letteratura, Paolo Nori scrive con arguzia e uno stile solo suo dell’adorato Parma – sì la squadra di calcio – di vita di tutti i giorni e facezie di ogni tipo. Sono decenni che Nori ci racconta il bello del mondo russo, senza per questo tralasciare le criticità di un popolo e di una cultura complessa. Specie in questi giorni.
Oggi più che mai infatti abbiamo bisogno che solo le persone che ne hanno profonda conoscenza, parlino della Russia. Tacciano gli altri.
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