Attivisti di organizzazioni non governative, giornalisti e perfino delegati governativi si sono trovati a dover fronteggiare un problema inedito, mentre si avvicina la trentesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, la Cop30 che si terrà nella città di Belém in Brasile, nel mese di novembre. L’evento che si proponeva come inclusivo, aperto, organizzato alle porte della foresta amazzonica proprio per sottolineare la vicinanza con le popolazioni più vulnerabili della Terra rischia di diventare inaccessibile.
Fino a 52mila dollari per un solo delegato alla Cop30 di Belém
A mancare, nella capitale dello stato del Pará, situato nella porzione settentrionale del vastissimo territorio brasiliano, sono gli alloggi. chiunque abbia provato a prenotare un albergo, un bed and breakfast o un appartamento in affitto si è trovato di fronte una situazione paradossale. Da un lato, centinaia di annunci di strutture “nuove”, ovvero mai affittate prima, difficili da rintracciare online, prive di recensioni, dalle quali è stato consigliato più o meno apertamente di diffidare. Dall’altra, hotel o appartamenti esistenti, ma a prezzi esorbitanti.
It hasn’t even begun, and #COP30 is already revealing its first cracks, rooted in inequality. Over 70% of delegations haven’t secured lodging due to high prices and restrictive booking conditions.https://t.co/OEdCb98vMB
— Just Fossil Fuel Transitions – Jean Monnet CoE (@CoE_Unburnable) August 27, 2025
Alcune camere, in alberghi non certo di lusso, sono proposte a 3.700 dollari a notte. Il che significa che per rimanere a Belém per l’intero periodo della conferenza, due settimane, occorrerebbe sborsare 51.800 dollari. Certo, si tratta di casi-limite, ma è sostanzialmente impossibile trovare qualcosa che costi meno di 6-7mila euro per una decina di giorni.
Il capo-delegazione di Panama: “È pura follia ed è offensivo”
Parliamo di cifre che, per chi intende inviare più persone, sono spesso inavvicinabili. “Non si tratta di un semplice problema logistico: è pura follia, ed è offensivo”, ha dichiarato al quotidiano francese Le Monde Juan Carlos Monterrey Gomez, che alla Cop30 dovrà guidare la delegazione di Panama. Molte strutture impongono tra l’altro periodi minimi di 10 o 15 notti e impediscono i rimborsi in caso di cancellazione.
Una situazione talmente complicata da aver fatto sì che la stessa Unfccc, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che organizza le Cop, abbia dovuto rivolgersi al governo del Brasile chiedendo un intervento diretto. Così, è stata creata nelle scorse settimane una piattaforma ufficiale che propone camere e appartamenti. Il vantaggio è che le strutture presenti nel sito internet governativo sono certamente esistenti; il problema è che i prezzi non cambiano.
Il rischio è una Cop30 senza attivisti e scienziati (ma i lobbisti delle fossili andranno)
Concretamente, il rischio è che migliaia di attivisti, soprattutto tra i più giovani, di esperti di associazioni ambientaliste, osservatori, scienziati e perfino delegati di Stati non possano permettersi di essere presenti alla Cop30. A poter in ogni caso andare, invece, saranno i gruppi delle nazioni più ricche del mondo, così come i lobbisti delle grandi multinazionali del settore fossile, già numerosissimi alle scorse conferenze. Le cui voci potrebbero essere ascoltate maggiormente, in assenza di contraltari numericamente sufficienti.
Secondo un sondaggio effettuato dall’Unfccc, soltanto diciotto nazioni hanno potuto prenotare degli alloggi, pari al 10 per cento di quelle partecipanti. E senza sorpresa, nella maggior parte dei casi si tratta di paesi industrializzati. L’87 per cento degli stati denuncia poi prezzi proibitivi. Secondo il governo del Brasile la situazione è leggermente migliore: sarebbero 61 le nazioni che hanno trovato strutture per le loro delegazioni. Ma parliamo in ogni caso di poco più di un quarto di tutti i governi partecipanti: una situazione che non si era mai verificata in precedenza.
Alle nazioni povere un sussidio di soli 147 dollari al giorno per i delegati
Tanto che numerose nazioni hanno tentato di convincere il governo brasiliano a cambiare all’ultimo momento la sede della Cop30, optando per luoghi dotati di più strutture ricettive. Tuttavia, Brasilia aveva puntato sulla “Cop alle porte dell’Amazzonia” e non vuole fare marcia indietro per ragioni politiche. Non a caso, l’esecutivo sudamericano ha snocciolato una serie di cifre: a Belém ci sarebbero 53mila letti a disposizione, compresi 14.500 camere d’albergo e seimila posti a bordo di due navi da crociera che saranno ormeggiate per l’occasione nel porto della città.
Occorrerà spiegare però come faranno le delegazioni delle 144 nazioni più povere della Terra a rientrare nel sussidio versato loro dall’Onu per le spese sostenute, che per la Cop30 di Belém è stato fissato a 147 dollari al giorno. Cifra che dovrebbe comprendere non solo l’alloggio ma anche il cibo e i trasporti.
L’Overshoot Day 2023 ci dice che abbiamo esaurito le risorse della Terra cinque giorni dopo rispetto al 2022, ma solo in minima parte per merito nostro.
Le nuove promesse dei governi di riduzione della CO2 sono ancora largamente insufficienti rispetto a quando chiesto dalla scienza per salvare il clima.