
La Cop26 è stata un appuntamento vitale per l’Africa che contribuisce in misura minima ai cambiamenti climatici, ma ne sopporta le conseguenze peggiori.
Redatta dai rappresentanti del mondo islamico, la Dichiarazione invita i fedeli a seguire il testo sacro per proteggere “il fragile equilibrio del pianeta”.
Il simposio, tenutosi il 17 e 18 agosto 2015 a Istanbul, ha visto impegnati più di 60 rappresentanti del mondo islamico, provenienti da 20 Paesi. L’incontro si è concluso con la redazione della “Dichiarazione islamica sul cambiamento climatico“. Un’importante presa di posizione da parte del mondo islamico, che sprona il 1,6 miliardo di musulmani a prendersi cura del “fragile euqilibrio (mīzān) della Terra” e i leader politici a sottoscrivere degli accordi vincolanti durante la prossima Conferenza sul clima a Parigi, perché: “Le attività umane stanno facendo una tale pressione sulle naturali funzioni della Terra, che la capacità degli ecosistemi di sostenere le generazioni future non può più essere dato per scontato“.
Ecco alcuni dei passaggi più rappresentativi:
- Gli ecosistemi e le culture umane sono già a rischio a causa del cambiamento climatico;
- Il rischio di eventi estremi causati dal cambiamento climatico come ondate di calore, precipitazioni estreme e le inondazioni delle coste sono già in aumento;
- Questi rischi sono distribuiti equamente, e sono maggiori per le comunità povere e svantaggiate di ogni Paese, a tutti i livelli di sviluppo;
- Gli effetti prevedibili avranno riperussioni sulla biodiversità terrestre, sui beni e sui servizi prodotti dai nostri ecosistemi e sulla nostra economia globale;y;
- Gli stessi sistemi fisici della Terra sono a rischio di bruschi e irreversibili cambiamenti.
La dichiarazione afferma che:
- Dio ha creato la Terra in perfetto equilibrio (mīzān);
- La sua immensa misericordia ci ha dato terreni fertili, aria fresca, acqua pulita e tutte le buone cose sulla Terra che rendono la nostra vita qui praticabile e piacevole;
- Le funzioni naturali della Terra nei suoi cicli stagionali e naturali: un clima in cui gli esseri viventi – compreso l’uomo – possono prosperare. L’attuale catastrofe del cambiamento climatico è il risultato della perturbazione umana di questo equilibrio.
Per questo nella dichiarazione si chiede:
- Di stabilizzare le concentrazioni di gas serra ad un livello tale da impedire pericolose interferenze antropogeniche con il sistema climatico;
- Di ridurre le emissioni comunque non oltre la metà di questo secolo;
- Di riconoscere l’obbligo morale di ridurre i consumi cosicchè la parte più povera della popolazione possa beneficiare delle risorse non rinnovabili del pianeta;
- Di rimanere entro il limite dei “2 gradi”, o meglio di 1,5 gradi, tenendo a mente di lasciare nel suolo i 2/3 dei rimanenti combustibili fossili;
- Di impegnarsi verso l’obiettivo del 100 per cento di rinnovabili e/o una strategia a zero emissioni il prima possibile.
Qui la versione integrale della dichiarazione.
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