L’uso dei sottoprodotti dell’agricoltura nei mangimi animali può permettere un risparmio ecologico e una via diversa per l’ecosostenibilità ambientale.
Costo del pellet triplicato, taglio dell’Iva per contrastare l’aumento
I costi della biomassa sono raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2021 e la curva continua a salire mostrando un aumento esponenziale del pellet.
Il caro combustibile colpisce i possessori di stufe a pellet. Proposto un taglio dell’Iva dal 22 al 10% per alleggerire i costi.
I rincari dei costi delle materie prime hanno intaccato il settore delle stufe a pellet. Il prezzo del combustibile è triplicato, a causa dell’esaurimento scorte. Già a giugno, i costi della biomassa erano raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2021 e la curva continua a salire mostrando un aumento esponenziale del pellet, che non si rivela più un’alternativa economica al caro energia.
I proprietari delle stufe a pellet stanno cercando di accumulare scorte, col rischio di incappare in truffe: a La Spezia, i finanzieri del Comando provinciale e i funzionari del Reparto antifrode dell’Ufficio delle dogane hanno sequestrato 54mila chili di pellet con marchi contraffatti e false indicazioni della classe di efficienza.
Il blocco del legname proveniente dalla Russia
L’Aiel, Associazione Italiana Energie Agroforestali, secondo cui il comparto della filiera legno-energia smuove un giro di affari pari a 4 miliardi di euro, spiega la situazione di scarsità con la dipendenza italiana dall’import dall’estero.
Nello specifico, il blocco del legname proveniente dalla Russia ha determinato per i Paesi europei che commerciano pellet una diminuzione del legno da lavorare. I prezzi, quindi, schizzano alle stelle: 12€ per 15kg a Bergamo (nel 2021 andava dai 3€ ai 5€), con il picco maggiore a Lucca, dove un sacco di pellet da 15kg si trova al prezzo di 14€, contro i 5€ dell’anno precedente. Luca Sut, deputato friulano del M5S e Coordinatore regionale del partito in Friuli-Venezia Giulia, annuncia un emendamento dal dl Aiuti che prevede: “L’abbassamento strutturale dell’Iva sul combustibile dal 22 al 10% per alleggerire i costi a carico delle famiglie”. Un taglio dell’Iva, quindi, è la soluzione proposta per contrastare il caro combustibile. Resta da vedere se il governo in carica dopo le elezioni del 25 settembre accoglierà la proposta.
L’approfondimento di questa notizia a cura di Chiara Esposito è su Money.it.
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