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Il tema della settimana, volta a promuovere la realizzazione di azioni di sensibilizzazione sulla corretta riduzione dei rifiuti, è la dematerializzazione.
Il nostro pianeta è diventato un unico, immenso, cassonetto. Oltre cinquemila miliardi di pezzi di plastica, per un peso complessivo di 269mila tonnellate, galleggiano negli oceani di tutto il mondo. Le discariche continuano ad essere nei paesi industrializzati il sistema più diffuso per lo smaltimento dei rifiuti. Produciamo rifiuti radioattivi che non sappiamo come smaltire e che manterranno livelli di radioattività per millenni.
Ogni anno generiamo circa 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi, in particolare stanno aumentando a dismisura i RAEE, ovvero i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Secondo l’Onu vengono prodotti ogni anno tra i 20 e i 50 milioni di tonnellate di questi rifiuti, particolarmente pericolosi e difficili da smaltire.
Se è vero, come sosteneva lo scrittore francese Georges Duhamel, che “ogni civiltà ha la spazzatura che merita”, il futuro della nostra civiltà è segnato, a meno di una netta inversione di tendenza.
Proprio per sottolineare l’importanza di questo problema, dal 21 al 29 novembre si celebra la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti (Serr). La ricorrenza è stata istituita dalla Commissione europea all’interno del Programma Life+, con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica circa le strategie e le politiche di prevenzione dei rifiuti delineate dall’Unione europea.
Il tema del 2015 della manifestazione, giunta alla settima edizione, è la “dematerializzazione”, ovvero la possibilità di ridurre o eliminare l’uso di materiali nella produzione di un bene, nello svolgimento di una funzione o nell’erogazione di un servizio. Questo principio consente di produrre meno rifiuti e, di conseguenza, di gestire in modo efficiente le risorse a disposizione e ridurre anche i costi connessi.
Esempi pratici di dematerializzazione sono la digitalizzazione dei documenti e l’informatizzazione dei processi e delle comunicazioni, che comportano una sensibile riduzione dei costi per carta e le altre spese connesse, ma anche la condivisione di beni e servizi, come il car sharing.
È comunque possibile ridurre i rifiuti in numerosi ambiti, seguendo i tre principi cardine: ridurre, riciclare, riusare. Un esempio per le aziende è la diminuzione del packaging e l’ottimizzazione dei materiali impiegati. La dematerializzazione può essere messa in pratica anche singolarmente e in ambito domestico.
Tutti noi nel corso degli anni abbiamo accumulato una grande varietà di oggetti più o meno inutili. In questi casi è utile il decluttering, cioè la pratica di liberarsi di cose vecchie e inutili. Questo processo consente di riorganizzare gli spazi e migliorare la qualità della vita, evitando comunque di creare nuovi rifiuti. Il riciclo creativo è in grado di donare nuova vita ad oggetti inutilizzati, oppure è possibile regalare quelle cose che possono essere ancora preziose per altri, privatamente o attraverso gli enti di riferimento.
Il tema della riduzione dei rifiuti è anche strettamente legato ai cambiamenti climatici, lo sviluppo sostenibile è infatti indissolubilmente legato alla produzione e gestione dell’energia, ma anche delle risorse naturali.
Nel 2014 hanno aderito alla Settimana 27 paesi che hanno intrapreso circa 12mila azioni, di cui 5.643 solo in Italia, volte alla riduzione dei rifiuti.
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