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Il cibo che riconcilia, che guarisce, che fa sorridere, negli scatti di un grande fotografo inglese. Bambini, bibitoni e biberon a Barzanò, tra Milano e Lecco, fino al 5 giugno.
Si inaugura in queste ore una piccola, splendida mostra di un grande fotografo inglese, David McEnery, tra bottiglie di latte in posizione yoga al fast food della fine del mondo.
Il luogo stesso in cui i curatori del festival Appetiti hanno scelto di incorniciare le sue foto vintage originali firmate induce alla serenità, alla riappacificazione, alla riconciliazione: è difatti una canonichetta sconsacrata che non è nuova ad ospitare installazioni d’arte, di scultura e di fotografia. Vi si arriva inerpicandosi per un viottolo romantico e stretto, al termine del quale si apre il sagrato e l’invitante portoncino della Canonica di San Salvatore.
Qui, fino al 5 giugno, nei suoi riattati spazi interni si possono così gustare gli scatti di un grande fotografo, la cui cifra stilistica è quella del sorriso. Perché coloro a cui è noto per le celeberrime foto di gattini con gli occhiali da sole sull’amaca o le ranocchie con la corona rimarranno sopresi di vedere questa sua attività di fotografo di still life quasi pubblicitari, che ritraggono la moglie, i bambini, bibitoni, biberon e torte nuziali.
David McEnery (1936-2002) ha lavorato per varie testate giornalistiche internazionali fra cui la gigantesca rivista Life, sempre tentando di catturare aspetti insoliti e divertenti della quotidianità. Il suo sguardo, improntato all’ironia e all’ilarità, garantisce sempre un’inquadratura unica, buffa e sorprendente, perfino non priva di una lieve critica sociale.
Nel 1970 McEnery ha vinto un premio come ‘fotografo più divertente del mondo’, con una foto che ritraeva una famiglia di gatti e gattini su mini-sedie a sdraio su misura. La sua arte fotografica è stata definita da Stefano Bianchi, curatore della precedente mostra ‘Smile’, “un’irresistibile e umoristica messa in scena fatta di immagini che mischiano slapstick comedy e senso dell’umorismo tipicamente britannici… e sfodera colpi di genio quando pizzica l’insolito e il bizzarro della quotidianità. Rimbalzando da un mondo all’altro, questo reporter dell’ironia declina l’essere, il non essere, l’apparire di quell’imprevedibile commedia umana che si chiama vita”.
E ancora Peter Galassi, ex direttore del Department of Photography del MoMA di New York, commentò: “Scattare foto divertenti è molto difficile: richiede tatto e delicatezza. David McEnery possiede queste doti, oltre a un innato british sense of humour”. Doti con cui tratteggia un continuo dialogo, spesso surreale, tra le cose e le persone e, come in tutti gli scatti in questa mostra, tra il cibo e l’uomo.
McEnery qui mette in scena la quotidianità più insolita e paradossale in tante diverse situazioni della vita. E dato che le nostre esistenze non possono prescindere dal nutrirci, il cibo secondo McEnery non può esimersi dall’indurci un bel sorriso sulle labbra. Lo testimoniano i due neonati col biberon condiviso; la coppia di pescatori coi pesci tali e quali a loro; il pescatore obeso che si siede su due sgabelli, uno per chiappa; i portatori di baguette che si riparano dalla pioggia; un cartello d’un fast food sotto quello che preconizza la fine del mondo, per finire con tre bottiglie di latte in posizione yoga.
Il gioco, esattamente come quello dei bambini, serve per crescere, sperimentare, esercitarsi alle lotte della vita adulta. Probabilmente quest’approccio suggerirà dunque, al visitatore attento, nuovi spunti di consapevolezza, per dare nuovi codici di decrittazione del nostro rapporto col cibo e col mondo. Col sorriso.
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