dal 1 Settembre al 3 Settembre
Reggio Emilia
Emergency
Evento

È ciò che da sempre abbiamo tracciato, costruito, a volte perfino inventato, per separarci. Oggi entra in maniera così ostinata e incessante nella nostra quotidianità attraverso narrazioni da cui non abbiamo ancora imparato del tutto a difenderci. Perché oggi, nel mondo iper-globalizzato e connesso, i confini sono dappertutto. Sono la frontiera invalicabile che separa “noi” da “loro”, trasformando le rotte migratorie percorse da chi è in cerca una vita migliore in cicatrici in mezzo al mare. Sono barriere della lingua, che qualcuno ama cristallizzare entro regole immutabili, dimenticandone la natura mutevole, che le rende testimonianza del divenire e quindi dell’affiorare di nuove identità. Più in generale, i confini sono soprattutto cesura dei diritti, separazione degli spazi, limitazione. Come si abbatte una simile struttura? Come si tende la mano dall’altra parte? . È per costruire risposte concrete a queste domande che il Festival di Emergency torna per il terzo anno nelle piazze di Reggio Emilia. Siamo a due anni dalla morte di Gino Strada, che nel 1994 fondò l’associazione umanitaria che, dopo anni, continua a rappresentare un baluardo per chi scegli di schierarsi, senza se e senza ma, “contro la guerra”.

Benvenuti al Festival di Emergency: “Una riflessione ampia sul confine”

La terza edizione del festival parte oggi venerdì 1° settembre, e continuerà per tutto il fine settimana, fino a domenica: “Il festival conterrà una riflessione sul confine da un punto di vista ampio. Parleremo innanzitutto della nostra esperienza con il soccorso dei migranti nel mar Mediterraneo, a bordo della Life Support, la nostra nuova nave. Ma tratteremo il confine come limite culturale, come demarcazione sociale all’interno delle nostre città, o ancora, come questione identitaria, che ci definisce come singoli rispetto al gruppo o alla collettività in cui siamo inseriti”, ha raccontato a LifeGate Simonetta Gola, responsabile della comunicazione di Emergency.

salvataggio Life support
Salvataggio in mare da parte di Emergency © Davide Preti

Alla tre giorni di incontri aperti e gratuiti parteciperanno le voci della complessa contemporaneità in cui siamo immersi: artisti, scrittori, giornalisti, ma anche professori, musicisti e registi. E poi, la prima linea di Emergency, gli operatori che porteranno la scabrosità del confine tra la vita e la morte che percorre le tante strutture sanitarie in cui l’associazione, negli anni, ha salvato centinaia di migliaia di persone. Il nutrito programma del festival spazierà da temi come le contraddizioni di internet, spazio apparentemente accessibile a tutti, alle celle chiuse di un carcere dove possono anche avvenire pratiche di solidarietà. Dalle conseguenze della crisi climatica su diritti e giustizia sociale fino alle trasformazioni che oggi riguardano le nostre comunità.

Il cambiamento climatico come “push factor” nelle migrazioni

Tra i tanti appuntamenti del Festival di Emergency segnaliamo, nella giornata inaugurale di venerdì 1° settembre, l’incontro dal titolo “Migrazione: perché si parte?” alle ore 19:30 in piazza Prampolini, in cui si esamineranno i fattori principali che spingono milioni di persone nel mondo a lasciare il proprio Paese ogni anno. Oltre al perdurare dei conflitti, all’esacerbarsi delle disuguaglianze, uno spazio di primo piano sarà riservato alle conseguenze della crisi climatica che, in molti paesi vulnerabili e spesso funestati da eventi climatici estremi di cui sono solo in minima parte responsabili, sta causando veri e propri esodi di massa destinati a dilagare. All’incontro prenderanno parte anche Sara Manisera, giornalista del collettivo indipendente Fada e autrice; Andrea Barolini, direttore di Valori.itRoberto Maccaroniclinical operation manager migration di Emergencye Rossella Miccio, presidente di Emergency. Anche il poeta siriano Tareq Aljabr dialogherà sul palco.