L’Ocean film festival Italia 2025 porta in venti città italiane storie di mare, avventura e sostenibilità, per avvicinarci alla bellezza degli oceani.
L’Ocean film festival Italia 2025 porta in venti città italiane storie di mare, avventura e sostenibilità, per avvicinarci alla bellezza degli oceani.
Dal 14 ottobre al 17 novembre torna in Italia l’Ocean film festival world tour, rassegna internazionale nata in Australia e diffusa oggi in oltre quattordici Paesi, che porta sul grande schermo alcune tra le storie più affascinanti e autentiche legate al mare.
L’edizione italiana, giunta al suo nono anno, attraversa venti città da nord a sud, con nuove tappe come Pescara, Ancona e Como e porta sul grande schermo film selezionati tra i migliori finalisti dell’edizione australiana.
Un viaggio cinematografico che, tra sport acquatici, biodiversità e cultura marina, invita a guardare l’oceano non solo come un luogo di avventura e mistero, ma anche come una bussola per rileggere la nostra relazione con la natura.
Il festival, organizzato da Itaca the outdoor community, non è una rassegna competitiva ma una celebrazione: un mosaico di sette corti e mediometraggi internazionali che intrecciano scoperta, bellezza e consapevolezza ambientale. Ogni proiezione è un’occasione per immergersi in paesaggi remoti, incontrare protagonisti straordinari e riflettere sul legame profondo tra oceano e umanità.
Non a caso, negli ultimi anni, la rassegna ha saputo costruire una community eterogenea: accanto a sub, surfisti e velisti siedono in sala famiglie, studenti e semplici curiosi che cercano nel cinema un modo per avvicinarsi al mare, anche quando vivono lontano dalle sue coste.
Dal 2017 a oggi il festival ha già raccolto oltre 34mila spettatori, coinvolgendo più di quattrocento volontari. Numeri che raccontano una crescita costante e un interesse diffuso per un cinema che unisce spettacolarità e consapevolezza.
Tra i titoli più attesi di quest’anno c’è Diving into the darkness del regista australiano Nays Baghai. Il film segue l’esploratrice canadese Jill Heinerth – considerata una leggenda vivente della speleosubacquea – in un’immersione negli abissi che è anche un viaggio interiore. “L’immersione in grotta è una metafora della vita. Tutti dobbiamo affrontare incertezza e cambiamento. È così che ci evolviamo”, racconta nel film. Il suo esempio, al tempo stesso fragile e potente, è un invito a non smettere mai di cercare nuove possibilità, dentro e fuori dall’acqua.
Un altro racconto che colpisce per la sua delicatezza è Footprints on Katmai, diretto dall’artista e regista Max Romey. Partendo dagli schizzi sbiaditi della nonna, Romey percorre le spiagge selvagge dell’Alaska, dove la natura apparentemente incontaminata è in realtà segnata dall’inquinamento marino. Il film intreccia arte e denuncia ambientale: l’acquerello diventa linguaggio universale per mostrare come l’impatto umano arrivi anche in luoghi remoti, lasciando tracce indelebili.
Questi due film esprimono bene lo spirito del festival: non solo celebrare l’avventura e l’oceano, ma costruire ponti di empatia, capaci di coinvolgere tanto gli appassionati quanto chi non ha un legame diretto con il mare. Perché il futuro degli ecosistemi marini riguarda tutti, indipendentemente da quanto si disti dalle coste.
Tra le tappe italiane, spicca quella del 14 ottobre a Milano, al Teatro Carcano. La serata si aprirà con l’incontro Blue voices insieme a Sandro Carniel, oceanografo e divulgatore scientifico, autore del libro Rotte mediterranee.
Carniel, in dialogo con Elena Gogna, giornalista di LifeGate, guiderà il pubblico in un viaggio tra scienza e storie personali, raccontando come il Mediterraneo stia cambiando sotto la spinta della crisi climatica. Dalle balene alle isole, dai cambiamenti alle plastiche, il suo racconto mostra un mare che non è mai stato così fragile.
Visualizza questo post su Instagram
A seguire, lo schermo si accenderà con i film del festival, regalando a Milano un doppio appuntamento tra divulgazione scientifica ed emozione cinematografica.
L’Ocean film festival Italia non si limita a proiettare film: è un progetto culturale che intreccia narrazione e azione concreta. Il festival è anche partner della Water defenders alliance promossa da LifeGate, iniziativa che unisce comunità, imprese e istituzioni nella difesa delle acque e degli ecosistemi marini. Una collaborazione che dimostra come la cultura e l’impegno ambientale possano andare di pari passo, trasformando l’ispirazione sul grande schermo in responsabilità condivisa.
Guardare un film può essere un’esperienza estetica, ma in questo caso è soprattutto un atto di consapevolezza: dal buio delle grotte sommerse al bianco delle spiagge alaskane, l’Ocean film festival tour ci invita a guardare oltre il riflesso delle onde, per scoprire che proteggere l’oceano significa proteggere noi stessi.
Elenco film, tappe e biglietti su oceanfilmfestivalitalia.it
Le distese di sargasso nelle acque dell’Atlantico hanno raggiunto livelli record. Ma c’è anche chi si rimbocca le maniche per cercare soluzioni.
Fincantieri e Viking annunciano la prima nave da crociera a idrogeno al mondo, un’innovazione italiana nel settore della navigazione che potrebbe ridefinire gli standard ambientali del turismo marittimo.
È aumentato il numero di Comuni italiani sui cui territori sono presenti spiagge alle quali è stata riconosciuta la Bandiera blu.
Un’immersione a oltre 5.000 metri di profondità ha svelato un fondale pieno di plastica e rifiuti: la Calypso deep, nel cuore del Mediterraneo, si conferma uno dei luoghi più inquinati degli abissi marini.
A23a, l’iceberg più grande del mondo, si è fermato a 80 km dalla Georgia del Sud, dove ha iniziato a disgregarsi.
Potrebbero essere addirittura 5mila le tonnellate di carburante riversate nel mar Nero da due petroliere russe, travolte da una tempesta il 15 dicembre.
