Dodici anni di mostre, dodici anni di storie, dodici anni di festival. A Lodi, sino al 24 ottobre 2021 una nuova occasione di aprire gli occhi o di guardare diversamente ciò che vediamo ogni giorno. Un giro attorno al globo grazie all’arte della fotografia che rende più semplice non dimenticare l’essenziale: non siamo i soli in questo mondo.
Cosa ci ha colpito al Festival della fotografia etica di quest’anno
Quel che ci piace dei festival di fotografia di respiro internazionale, è la possibilità di arrivare dove altrimenti sarebbe difficile. Succede anche a Lodi, nel mese dedicato al Festival di fotografia etica. Per questo, tra le mostre presenti quest’anno, ci hanno colpito soprattutto i racconti meno noti, le storie e i fatti di cui altrove si parla poco o per niente. Quindi riconosciamo l’indubbio lavoro giornalistico, oltre che fotografico, dei reportage che fanno la cronaca per esempio di ciò che è accaduto in Siria e negli Stati Uniti con la sommossa violenta al Parlamento, ma “preferiamo” prestare più attenzione quest’anno ad altri lavori. Uno di questi, e restiamo in Italia, è quello di Daniele Vita che, attraverso il reportage Bagnanti per la sezione Generazioni future award, ha fotografato i quartieri disagiati di Catania chiamati Quatteri. Stupende tecnicamente queste immagini che sembrano sequenze di un film.
Notevolissima anche l’opera di Jędrzej Nowicki con il reportage The Scars per la sezione Spotlight award che racconta senza timore la più grande protesta antigovernativa nella storia della Bielorussia dove le massicce manifestazioni, iniziate nell’agosto 2020, hanno lasciato segni profondi nella società bielorussa anche per la risposta del presidente Alexander Lukashenko, in carica da 26 anni, che ha sedato con estrema brutalità la resistenza bielorussa.
E ancora da non perdere è l’indagine sulle rotte migratorie che Nicolò Filippo Rosso ha portato avanti per anni documentando il viaggio di rifugiati e migranti dal Venezuela alla Colombia e dall’America Centrale al Messico e agli Stati Uniti. I suoi lavori, Exodus e Consumed by griefhanno meritato entrambi un premio, il Master award e Short story award.
I problemi del pianeta nelle foto del festival
L’attenzione in quest’edizione del festival si posa fortunatamente anche sui temi ambientali. Vi segnaliamo a questo proposito, vincitore del Single shot award, lo scatto di Alain Schroede – lo trovate in cover di quest’articolo – che ritrae un esemplare della specie dell’orango dell’isola di Sumatra, in Indonesia, gravemente minacciata dall’incessante impoverimento e dalla continua frammentazione della foresta pluviale.
Tornando a casa nostra, molto interessante e dalla grande forza comunicativa, il reportage Questa terra è la mia terra grazie al quale i due fotografi Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni raccontano dal 2016 a oggi il dramma della Xylella Fastidiosa – un patogeno batterico – che ha causato la sindrome del disseccamento rapido dell’olivo, un’epidemia vegetale che uccide in poco tempo gli alberi. Un flagello che, specie chi vive in Puglia, conosce bene.
Drammatico e poco noto un altro “fatto italiano” legato al criminoso utilizzo del suolo che viene raccontato negli scatti di Mattia Marzorati dal titolo “La terra dei buchi”. A partire dagli anni Ottanti, gli enormi buchi delle cave di ghiaia, sabbia e marmo nel bresciano, pronti a essere riempiti, hanno rappresentato infatti una enorme risorsa per il business dell’interramento dei rifiuti. Le lacune legislative nella regolamentazione dello smaltimento dei rifiuti, le infiltrazioni mafiose e la ricerca del massimo profitto da parte degli industriali hanno contribuito a creare un sistema economico apparentemente efficiente ma con disastrose conseguenze per il territorio e per i suoi abitanti. Il risultato è che in questa zona l’incidenza di tumori e altre patologie è molto più alta qui che nel resto del Paese.
Eccoci finalmente al momento tanto atteso!Domani partiamo con il primo dei cinque weekend di questa dodicesima edizione.📸 Oltre venti mostre per scoprire il fotogiornalismo internazionale🌿 Sedi all’aperto e indoor presso parchi, prestigiosi palazzi e cortili storici della città📚 Incontri con i fotografi, presentazioni di libri, dibattitiVi aspettiamo a Lodi! #ffe21🎥 Matteo Photocane Cavalleri
Tanti spunti di riflessione, oltre 20 mostre fotografiche, un po’ di mondo in una piccola cittadina di provincia. Il Festival della fotografia etica di Lodi resta una buona occasione per indagare con maggior introspezione i fatti più o meno lontani da noi. Il biglietto giornaliero costa 14 €, tutte le informazioni su promo e orari, qui.
Un mare in tempesta fomentato da tuoni e fulmini si abbatte sulla riserva naturale orientata Bosco Pantano di Policoro, in Basilicata. Questa è la scenografia rappresentata nella foto vincitrice del primo premio Mother Earth day della 15esima edizione del prestigioso concorso Obiettivo Terra. Brigida Viggiano, la fotografa che si è occupata di immortalare questo scatto, ha
Tracey Lund era in vacanza alle isole Shetland, a nord della Scozia, e ne ha approfittato per una sessione fotografica. “La fotocamera dslr presa a noleggio, nella custodia impermeabile, è stata collegata al sistema polecam e calata in acqua. Migliaia di sule erano nel cielo sopra di noi e poi hanno iniziato a tuffarsi in
Quando l’arte trova “casa” nel paesaggio, possono nascere luoghi di racconto che vanno al di là delle opere stesse. Il risultato è spesso sorprendente.
“Guarda qui, questa è la zampa di un cucciolo di rinoceronte, usata come portamatite: le persone non sanno che esiste un mercato del genere. Sì, magari vedono le foto sui social dei cacciatori in posa col proprio trofeo di caccia, ma non pensano che qualcuno sia in grado di fare questo”. Britta Jaschinki, fotografa-attivista di
Gyula Halasz è il suo vero nome, ma per tutti è solo Brassai. Il fotografo naturalizzato francese — che in realtà francese non è — è stato definito l’occhio di Parigi, perché qui visse a lungo, considerandosi a pieno un suo cittadino e lasciando come testimonianza del suo profondo legame con la città, alcuni reportage