Biologico

Foligno, le svolte del Bio italiano

A Foligno nel convegno “Mercato, servizi alla produzione e nuove forme di distribuzione” si è discusso del “Piano nazionale per l’agricoltura biologica”

A Foligno nel convegno “Mercato, servizi alla produzione e nuove
forme di distribuzione” si sono messi in discussione i temi di
fondo del “Piano nazionale per l’agricoltura biologica” e sono
state indicate le possibili vie.
Biodiversità, salvaguardia del territorio e del paesaggio,
opportunità di miglioramento del reddito degli agricoltori e
dello sviluppo rurale, sono le finalità per un corretto
sviluppo della produzione biologica nazionale. Ma vediamo in
dettaglio quali dovrebbero essere le politiche di sostegno alla
produzione e ai consumatori.

Tra le richieste più pressanti quella di un regime fiscale
agevolato in modo da favorire produzione e distribuzione. Per farlo
vi sono molte possibilità che riguardano le sementi
certificate, i mezzi tecnici, gli alimenti per bestiame, i
medicinali veterinari omeopatici e fitoterapici. Un’altra ipotesi
riguarda l’esenzione dall’Iva per il consumatore finale che
comporterebbe una diminuzione dei prezzi. Una riduzione che sarebbe
applicata dal dettagliante, mentre lungo la filiera produttiva
tutto rimarrebbe come prima.
E’ stata avanzata la proposta di un marchio europeo obbligatorio,
non dipendente dagli organismi di controllo, con una nuova immagine
che permetta una maggior differenziazione dagli altri prodotti di
qualità tutelati dall’Ue. Escluso invece il marchio
nazionale, origine e luoghi di lavorazione comparirebbero nei testi
che accompagnano i prodotti bio. Dovrebbe, poi, partire anche in
Italia (dopo i risultati positivi già ottenuti in Germania,
Danimarca, Svezia, Gran Bretagna, Francia, Spagna) una campagna
informativa pubblica sui meriti e le qualità
dell’agricoltura biologica. Non un’unica azione, ma più
interventi ripetuti nel tempo.

Ribadita la necessità di rendere operativo l’obbligo di
prodotti biologici nella ristorazione pubblica scolastica e
ospedaliera, (comma 4 articolo 59 della legge 23 dicembre 1999,
n.488), anche attraverso incentivi agli Enti locali.
Per incentivare la produzione, il commercio e l’organizzazione
della filiera si pensa di ricorrere a vari strumenti strategici
(sementi biologiche e Ogm free, fertilizzanti, fitofarmaci e via
dicendo). Ma anche elementi formativi e di comunicazione che
favoriscano le forme associative anche interprofessionali. Occorre,
però, una normativa per permettere la nascita di
organizzazioni di produttori (attualmente il volume produttivo
necessario è troppo elevato e penalizza i piccoli
produttori).
Incentivi sono necessari anche per la ricerca di tecniche di
produzione e metodiche di trasformazione adeguate e facilmente
adottabili dalle imprese del settore, per favorire i processi
d’innovazione.
Il sistema unico nazionale sull’agricoltura biologica (Sinab),
realizzato dalle Regioni e dal Ministero, dovrebbe permettere la
creazione di specifici osservatori e di banche dati per rendere
disponibile all’industria e alla distribuzione le informazioni
sulla disponibilità di prodotto (banca dati degli operatori
con orientamento produttivo).
Il Ministero ha mostrato apertura e interesse per le numerose
proposte avanzate, ma ora occorre intervenire con strumenti
normativi, di indirizzo e finanziari, adatti agli scopi che
permettano una giusta redistribuzione delle risorse complessive
dell’agricoltura nazionale.

Francesco Aleo

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