Gentilezza amorevole nella vita quotidiana

La meditazione di “Metta” o “Gentilezza amorevole” si caratterizza come uno stato mentale che promuove aspetti del benessere: premurosità, benevolenza, affetto, gentilezza amorevole.

Una buona immagine per rappresentare la Metta, gentilezza
amorevole
, è quella di una madre che culla il
suo bambino. Qualcuno di noi, forse, può ancora ricordare la
sensazione piacevole di quando venivamo cullati prima di
addormentarci, o magari rammentare un momento in cui noi abbiamo
cullato un figlio.

La Metta si caratterizza come uno stato mentale
che promuove aspetti del benessere: premurosità,
benevolenza, affetto, gentilezza amorevole. Si tratta di uno stato
mentale completamente disinteressato e puro che reca profitto a noi
stessi e agli altri e non c’è modo migliore per conoscerlo
che sperimentarlo così come si presenta nella nostra
mente/cuore.
Una volta coltivato diventa potente e utile, recando con sé
pace e felicità intense e profonde.

Lo sviluppo di Metta comprende i seguenti aspetti:

  • La concentrazione di Metta: concentrata essa diventa forte e
    potente
  • La flessibilità di Metta: può essere data a
    tutti, è versatile, universale e illimitata
  • L’utilizzo di Metta: quando essa è forte e vigorosa noi
    possiamo usarla per produrre meraviglie e migliorare la vita di
    ognuno.

Per sviluppare questi tre aspetti ci vuole un metodo e pazienza
nell’applicarlo, poiché meditare significa agire con la
mente
, inclinandola nella direzione desiderata.

Proviamo ad addentrarci nella pratica, a
sperimentarla…

Proviamo ad addentrarci nella pratica, a sperimentarla.

Assumiamo una posizione
confortevole
e facciamo qualche respiro profondo e
rilassiamoci mentre espiriamo.

All’inizio della pratica di Metta è assai utile compiere una
breve contemplazione sui benefici della stessa: possiamo riandare
ad un episodio della nostra vita in cui siamo stati preda della
rabbia
e, senza entrare nel merito dello stesso,
ricordare invece lo stato del nostro essere in quel frangente, sia
a livello fisico che mentale, ricordando lo stato di disagio in cui
eravamo immersi.

In seguito facciamo la stessa cosa rispetto ad un episodio dove
era la gentilezza amorevole ad essere presente, cercando di
ricordare, anche in questo caso, le sensazioni di quel momento:
gratitudine, gioia, affetto. Questo di solito pone la mente nella
giusta predisposizione, vivificando, grazie alla memoria, le
qualità ricercate.

Poi rivolgiamo il pensiero a noi stessi, poiché volersi
bene è un prerequisito per amare il prossimo, consapevoli
del nostro desiderio di stare bene dentro e fuori di noi e, con
questa attitudine, rivolgiamo a noi stessi gli auspici (sono quelli
che ci giungono dalla tradizione):

  • Che io possa essere al sicuro, libero dal pericolo e dal
    male
  • Che io possa vivere in pace, libero dalla sofferenza
    mentale
  • Che io possa essere sano, libero dalla sofferenza fisica
  • Che io possa aver cura di me stesso e vivere serenamente

Queste quattro linee che possono essere adattate a proprio
piacimento mantenendone validi i concetti, ripetute mentalmente un
po’ come dei Mantra per favorire la concentrazione, inducono il
placarsi della mente discorsiva e il sorgere del flusso di
Metta.

Continuiamo per qualche minuto in questo modo poi, scegliamo una
persona a cui vogliamo bene, che ci è vicina, che ci ha
aiutato e per la quale ci risulti facile provare affetto e
desiderio di inviarle Gentilezza amorevole: essa sarà il
nostro oggetto di meditazione, l’obiettivo del nostro flusso di
metta. Possiamo immaginarla vicina a noi o sentirci al suo fianco e
poi lasciamo che la mente/cuore sviluppi il suo flusso di Metta.
Possiamo utilizzare ancora i quattro auspici precedenti, ovviamente
cambiandone il soggetto, recitandoli mentalmente come se fossero il
veicolo della Gentilezza amorevole che si irradia verso la persona
amata.

A questo punto non dobbiamo fare altro che sprofondare sempre
più in uno stato rilassato e beneaugurante, dimenticando noi
stessi, dove siamo, chi siamo, il tempo e lo spazio intorno a noi.
Una volta che il fluire della Metta è diventato stabile e
continuo possiamo allargare il campo inviandola alle persone
più vicine, agli amici, ai
parenti ed espandendola sempre di più possiamo avvolgere il
nostro paese o città e, rendendo il nostro flusso di Metta
universale, alla nazione intera, al pianeta, al
cosmo. Non ci sono limiti.

Giancarlo
Giovannini

Immagine: Cradle of Love,
di
Kolongi

 

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