Una piattaforma di ghiaccio grande come Roma è crollata in Antartide

In Antartide è collassata una piattaforma di ghiaccio grande 1.200 chilometri quadrati. Secondo la Nasa “è un segno di ciò che potrebbe accadere in futuro” ad altri ghiacciai. A preoccupare gli scienziati è stata la velocità degli eventi che hanno portato al collasso. Una piattaforma di ghiaccio delle dimensioni di Roma è completamente collassata nell’Antartide

  • In Antartide è collassata una piattaforma di ghiaccio grande 1.200 chilometri quadrati.
  • Secondo la Nasa “è un segno di ciò che potrebbe accadere in futuro” ad altri ghiacciai.
  • A preoccupare gli scienziati è stata la velocità degli eventi che hanno portato al collasso.

Una piattaforma di ghiaccio delle dimensioni di Roma è completamente collassata nell’Antartide orientale in pochi giorni a causa delle temperature record, secondo quanto rilevato dai satelliti della Nasa. La piattaforma di ghiaccio si chiamava Conger e aveva una superficie approssimativa di 1.200 chilometri quadrati.

In Antartide temperature record di 40 gradi

Le piattaforme di ghiaccio sono estensioni di calotte glaciali che galleggiano sull’oceano e svolgono un ruolo importante nel contenere il ghiaccio interno che, senza le piattaforme, scorrerebbe più velocemente nell’oceano, provocando l’innalzamento del livello del mare.

La scorsa settimana, l’Antartide ha registrato temperature insolitamente elevate: la stazione Concordia ha raggiunto una temperatura record di -11,5 gradi celsius il 18 marzo, oltre 40 gradi in più rispetto alle norme stagionali. Invece, presso la base russa di Vostok, la stessa dove il 21 luglio 1983 è stata registrata la temperatura più fredda della Terra (-89,2 gradi), pochi giorni fa è stata raggiunta la temperatura record, nel senso di calda, di -17,7 gradi in un periodo dell’anno in cui la media può raggiungere anche i -60 o -70 gradi e dove non erano mai stati superati i  -30. Ciò è il risultato di una corrente atmosferica calda rimasta “intrappolata” sull’Antartide troppo a lungo.

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Un’immagaine satellitare dell’iceberg Larsen nel 2017 © ESA via Getty Images

Persa la metà della superficie in una sola settimana

Si tratta di “uno degli eventi di collasso più significativi in Antartide dall’inizio degli anni 2000, da quando la piattaforma Larsen B si è disintegrata nel 2002”, ha spiegato al Guardian Catherine Colello Walker, scienziata della Nasa e del Woods hole oceanographic institution. Walker ha affermato che il collasso di Conger non avrà probabilmente effetti enormi, dal momento che si tratta di una piattaforma relativamente piccola. “Ma è un segno di ciò che potrebbe accadere in futuro”, ha concluso.

La piattaforma di ghiaccio Conger si è ridotta in modo graduale a partire dalla metà degli anni 2000. Ma durante l’ultima settimana ha subìto un’accelerazione inusuale: secondo le misurazioni, infatti, al 4 marzo di quest’anno, la piattaforma sembrava aver perso più della metà della sua superficie rispetto alle misurazioni di gennaio.

Occhi puntati sul ghiacciaio del giorno del giudizio

Tutto ciò dimostra che l’Antartide non è un cubo di ghiaccio enorme, alto e immobile. Oltre al crollo della piattaforma di ghiaccio di Conger, si sono verificati eventi di distacco minori che hanno interessato il ghiacciaio del Totten e la piattaforma di ghiaccio del Glenzer.

Gli scienziati sono preoccupati dalla velocità degli eventi che ha portato alla rottura della piattaforma Conger. Secondo gli esperti vedremo più banchi di ghiaccio rompersi in futuro a causa dei cambiamenti climatici, anche molto più grandi di Conger.

Ora a essere sotto osservazione è il ghiacciaio Thwaites, delle dimensioni della Florida, soprannominato anche il “ghiacciaio del giorno del giudizio” che è circa 100 volte più grande di Larsen B e contiene acqua sufficiente per aumentare il livello del mare a livello globale di oltre mezzo metro.

Conger e le temperature record ci ricordano che le nostre emissioni di CO2 hanno un impatto diretto sull’Antartide: se non facciamo qualcosa al più presto, altri ghiacciai potrebbero collassare più velocemente di quanto pensiamo.

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