
Nel mar Baltico ci sono delle perdite di metano
Una spedizione di ricercatori svedesi nel mar Baltico si è imbattuta in bolle di metano molto più in superficie del previsto. E potrebbero essercene altre.
La CO2 è un gas più pesante dell’aria, la cui molecola è formata da un atomo di carbonio (C) legato a due atomi di ossigeno (O): per questo è detta anidride carbonica, oppure biossido o diossido di carbonio. Tutti gli esseri viventi, respirando, producono anidride carbonica ma l’elevata concentrazione di CO2 nell’atmosfera terrestre è frutto dell’impiego da parte dell’uomo di combustibili fossili, come il carbone, il petrolio e il gas, formatisi da organismi animali e vegetali fossilizzati e sepolti sotto il suolo. L’anidride carbonica è come un filtro a senso unico: lascia passare l’energia del sole, ma assorbe le radiazioni emesse dalla Terra che hanno una maggiore lunghezza d’onda, creando così una sorta di serra atmosferica intorno al pianeta, il cosiddetto effetto serra. In condizioni normali, la CO2 non è pericolosa e anzi svolge un ruolo molto utile: se non fosse presente nell’atmosfera la temperatura media terrestre sarebbe inferiore di molti gradi rispetto a oggi, rendendo impossibile la vita sulla Terra. Ma oggi l’accumulo di anidride carbonica è tale da imprigionare quantità eccessive di calore e da trasformare il pianeta in una gigantesca serra poco ospitale per gran parte delle specie animali e vegetali. L’aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera determina un incremento della temperatura media globale, causando il riscaldamento globale le cui conseguenze tangibili sono i cambiamenti climatici.
Una spedizione di ricercatori svedesi nel mar Baltico si è imbattuta in bolle di metano molto più in superficie del previsto. E potrebbero essercene altre.
I sistemi informatici per formare i programmi con intelligenza artificiale hanno bisogno di molta energia ed emettono gas nocivi per l’ambiente.
È uno degli specchi d’acqua più grandi d’Africa, il lago Kivu è anche pericoloso per l’enorme quantità di gas tossici intrappolati nelle sue profondità, che andrebbero estratti. Un’operazione delicata che potrebbe trasformarsi anche in opportunità economica, ma non senza rischi.
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Grazie a immagini dettagliate della Nasa, si possono studiare le capacità di catturare biossido di carbonio di singoli alberi nelle terre aride africane.
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