
Un’immersione a oltre 5.000 metri di profondità ha svelato un fondale pieno di plastica e rifiuti: la Calypso deep, nel cuore del Mediterraneo, si conferma uno dei luoghi più inquinati degli abissi marini.
Interessata un’area di 5mila metri quadrati, il Comune invita i cittadini a tenere chiuse le finestre e a indossare le mascherine ffp2.
Un vasto incendio sta interessando ormai da cinque giorni la zona situata nei pressi del sito di stoccaggio dei rifiuti ex Radi a Palmi, in provincia di Reggio Calabria. Le fiamme, bruciando materiale plastico, hanno generato una enorme nube di fumo nero, ben visibile anche da grande distanza, che ha raggiunto il centro cittadino. L’incendio è divampato sabato 13 luglio e ha coinvolto un’area di ben 5mila metri quadrati. Il sito di Poly2Oil, un impianto di conferimento per la raccolta differenziata, è stato colpito principalmente dalla plastica in fiamme. Il fumo denso ha reso difficile l’intervento di un canadair, ma le operazioni di spegnimento sono proseguite con l’aiuto dei vigili del fuoco e della protezione civile. L’agenzia ambientale della Calabria sta monitorando la qualità dell’aria nelle zone coinvolte.
Le autorità hanno invitato i cittadini a limitare gli spostamenti, chiudere porte e finestre ed evitare di avvicinarsi allo stabilimento. Tuttora, a diversi giorni dall’inizio dell’incendio, l’uso di mascherine ffp2 è consigliato a Palmi. Si sta indagando sulle cause dell’incendio e si effettueranno rilievi anche sul suolo per accertare che i fumi non abbiano causato il deposito di sostanze tossiche. La combustione dei rifiuti sta preoccupando anche i comuni limitrofi, che hanno iniziato anch’essi ad avvertire i propri cittadini di limitare gli spostamenti, chiudere porte e finestre e indossare le mascherine ffp2. Si tratta di un evento che sta ricevendo una scarsa copertura mediatica (le stesse autorità della regione Calabria non risulta abbiano emesso comunicati o dichiarazioni) ma che invece necessita le giuste attenzioni considerando la gravità dell’avvenuto.
Il Comune di Palmi, nel suo ultimo aggiornamento datato 16 luglio, ha fatto che le operazioni per lo spegnimento dell’incendio stavano proseguendo e che solo qualche focolaio risulta ancora resistente. “I fumi sprigionati in questi giorni, sempre meno alimentati, cominciano a diradarsi, anche se a Palmi ed in tutta la Piana la nube continua a creare disagi”. Sempre ieri è stata installata una ulteriore centralina, la quinta, che analizza la qualità dell’aria e non vengono segnalati superamenti significativi dei parametri.
Domani, 18 luglio, si terrà un tavolo tecnico presso la Prefettura volto a fare il punto della situazione e condividere le azioni da intraprendere. Spento l’incendio, su tutta la zona interessata dalla ricaduta dei fumi verrà verificata la presenza di sostanze tossiche al suolo: obiettivo dei successivi controlli di Arpacal, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria, sarà valutare il top soil, ovvero i 10 centimetri di profondità del suolo su cui i fumi hanno la ricaduta. Ed è qui, sul suolo, che, sulla base delle analisi chimiche, andranno specificate le valutazioni per assicurare il ripristino del danno ambientale ancora da quantificare, causato dall’incendio ancora non del tutto domato, e prevenire pratiche come coltivazione di ortaggi sui suoli che risulterebbero contaminati dalla ricaduta degli inquinanti presenti nell’aria
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