Giovanni Toti è stato interrogato e ha scelto di non rispondere

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è stato interrogato per la prima volta dopo il suo arresto. Ha deciso però di avvalersi della facoltà di non rispondere.

È iniziato alle 14:00 di venerdì 10 maggio al Palazzo di giustizia di Genova, l’interrogatorio di garanzia al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, accusato dalla procura di Genova di corruzione ambientale, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e promesse elettorali.

L’interrogatorio, condotto dalla giudice per le indagini preliminari (gip), Paola Faggioni, è durato circa mezz’ora, dopodiché il presidente della Regione si è allontanato da un’uscita secondaria e per questo non ha rilasciato alcuna dichiarazione alla stampa, che lo ha atteso fuori inutilmente.

Neppure Stefano Savi, suo avvocato, si è affacciato per rilasciare dichiarazioni, se non dopo alcune ore, dopo ripetute telefonate da parte dei giornalisti.

“Toti si è avvalso della facoltà di non rispondere”, dichiara finalmente Savi alla stampa, “stiamo leggendo le carte e abbiamo anticipato ai pubblici ministeri presenti la nostra intenzione di farci interrogare”, dice ancora e aggiunge: “Chiederemo la modifica della revoca della misura (dei domiciliari) perché c’è anche l’esigenza di un confronto diretto anche con il mondo della politica per decidere quali posizione andare ad assumere”.

Il 9 maggio anche l’ex presidente del porto genovese e amministratore delegato della multiutility Iren, Paolo Emilio Signorini è stato arrestato nell’ambito della maxi-inchiesta per corruzione. Ora si trova in carcere e si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Sono dieci, finora, le misure cautelari richieste. C’è anche il nome di Paolo Piacenza, commissario straordinario dell’Autorità di sistema portuale del mar Ligure occidentale. L’ipotesi è abuso d’ufficio.

Uno scenario criminoso che si inserisce nel “modello Toti”, quello della focaccia più lunga del mondo, ma anche quello delle privatizzazioni, dei tagli ai servizi, delle infrastrutture assenti e dei quartieri abbandonati, quello che ha aumentato fughe, liste d’attesa e numero di persone che rinunciano a curarsi o che possono farlo solo pagando.

Un sistema che si muove tra pernottamenti in suite a cinque stelle, ori, gioielli e borse griffate in cui sono emersi anche intrecci con la criminalità organizzata siciliana.

La nuova tangentopoli ligure è entrata ufficialmente nel vivo.

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