Giovani attivisti

Greta Thunberg al primo ministro Justin Trudeau: il Canada non si sta impegnando abbastanza per il clima

Poco prima del terzo sciopero mondiale per il clima del 27 settembre, l’attivista ambientale Greta Thunberg ha parlato con il primo ministro canadese Justin Trudeau ed è riuscita a strappargli una promessa.

Venerdì scorso si respirava un’aria di rivoluzione per le strade di di Montreal, in Canada, che si stava preparando a vivere quello che sarebbe diventato un momento storico di portata mondiale: la più grande mobilitazione per il clima mai realizzata.

Greta Thunberg, l’attivista ambientale svedese che ha dato vita agli scioperi del venerdì, era nella città canadese per partecipare al terzo sciopero mondiale per il clima che ha coinvolto 500mila persone solo a Montreal.

Attimi prima di unirsi al corteo che ha conquistato tutta la città, si è incontrata con il primo ministro canadese Justin Trudeau per discutere delle azioni climatiche dello stato nordamericano ed è riuscita a strappargli un’importante promessa.

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Lo sciopero per il clima di Montreal ha coinvolto 500.000 persone © Minas Panagiotakis / Getty Images

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Cosa si sono detti Greta Thunberg e Justin Trudeau

Il colloquio tra Greta Thunberg e Justin Trudeau è durato circa quindici minuti. Il primo ministro è stato ammonito per le insufficienti misure canadesi contro i cambiamenti climatici: “Ovviamente, non state facendo abbastanza. Si tratta di un problema enorme e l’intero sistema è sbagliato”, ha detto l’attivista svedese, ricordando che bisogna “solo ascoltare la scienza e agire di conseguenza”.

Malgrado le critiche, Trudeau ha riconosciuto lo scarso impegno da parte della sua amministrazione in materia climatica e si è detto pronto ad ascoltarla, definendo la Thunberg la “voce di un’intera generazione che chiede ai leader mondiali di agire di più e meglio”.

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Qual è la posizione di Trudeau sul clima

Le critiche di Greta al primo ministro sono la conseguenza di una politica ambientale ambigua: Trudeau si è detto favorevole ad attuare misure contro il riscaldamento globale, ma ha poi deciso di nazionalizzare il contestato oleodotto Trans Mountain che rischiava la bancarotta. L’oleodotto trasporta 300mila barili di petrolio al giorno estratto dalle sabbie bituminose di Burnaby nella provincia dell’Alberta ed è stato definito dall’ong Greenpeace come “il più sporco della terra”. A questa già ambigua situazione si è aggiunta, mesi dopo, una sentenza del tribunale che ha bloccato l’intero progetto accusando il governo di non aver consultato adeguatamente le popolazioni indigene risiedenti lungo i 1.150 kilometri dell’oleodotto.

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Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha definito Greta Thunberg “la voce di un’intera generazione” © John Woods / Getty Images

Nonostante tutto, il primo ministro è stato colpito dalle parole di Greta e le ha promesso di piantare due miliardi di alberi nel corso dei prossimi 10 anni e di azzerare le emissioni entro il 2050.

Trudeau si è poi unito allo sciopero di Montréal al fianco della moglie e delle figlie.

Perché Greta Thunberg era in Canada

Greta Thunberg non era in Canada solamente per incontrare il primo ministro. La giovane attivista ha infatti incontrato la sindaca di Montréal, Valérie Plante, che le ha consegnato le chiavi della città e che le ha assicurato che farà tutto il possibile per tutelare il futuro del pianeta e delle nuove generazioni.

Ha poi parlato ad una conferenza stampa con i leader degli aborigeni canadesi, esortando le autorità a proteggerli meglio, in quanto comunità coinvolte in prima linea dai cambiamenti climatici.

Non ultimo, ha deciso di partecipare al terzo sciopero mondiale per il clima proprio a Montréal, che ha visto mezzo milione di persone scendere in strada e colorare la città di verde.

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Greta Thunberg ha partecipato allo sciopero mondiale per il clima a Montreal, dove 500.000 persone sono scese in piazza al suo fianco per chiedere azioni più incisive contro la crisi climatica © Minas Panagiotakis/Getty Images

Da qui, Greta proseguirà il suo viaggio e si recherà a Santiago, in Chile, per partecipare alla Cop25, la Conferenza delle parti sul cambiamento climatico.

Lo sciopero di venerdì 27 settembre ha chiuso la Climate action week, la settimana del clima, che era partita venerdì 20 con i primi scioperi. Durante questa settimana, 185 paesi si sono mobilitati contro i cambiamenti climatici per un totale di 7,6 milioni di persone in tutto il mondo. Il primo venerdì avevano partecipato agli scioperi in 4 milioni e la manifestazione più grande si era tenuta a New York. Venerdì 27, invece, lo sciopero è proseguito in 30 paesi, tra cui il Canada che è stato il terzo paese al mondo per numero di manifestanti con 1 milione di persone che hanno protestato contro i cambiamenti climatici.

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