Cop28

Guterres alla Cop28: “Per gli 1,5 gradi serve l’addio a tutte le fonti fossili”

Nel secondo giorno della Cop28 a Dubai, a prendere la parola sono i leader. Approvata una dichiarazione su agricoltura e sistemi alimentari.

Secondo giorno di negoziati alla Cop28 di Dubai. Ad occupare la scena le dichiarazioni dei leader presenti negli Emirati Arabi Uniti, e la “Dichiarazione sull’agricoltura sostenibile, i sistemi alimentari resilienti e l’azione per il clima” che è stata approvata da 134 leader di tutto i mondo (Italia inclusa).

Su agricoltura e cibo una dichiarazione d’intenti alla quale dovranno seguire fatti

Si tratta sostanzialmente di un elenco di principi e di promesse, alle quali dovranno seguire azioni concrete, delle tappe, degli obiettivi intermedi, un calendario. E soprattutto finanziamenti. Di dichiarazioni di principio, infatti, ne vengono approvate numerose ad ogni Cop: ciò che occorre è passare nel più breve tempo possibile dalle parole ai fatti.

A ricordare a tutti quali sono gli obiettivi fondamentali della Cop28 è stato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres. Parlando ai delegati presenti, ha spiegato che “la scienza è chiara: l’obiettivo di limitare la crescita della temperatura media globale a 1,5 gradi centigradi può essere centrato solamente se smetteremo di bruciare ogni tipo di combustibile fossile”. Un monito a tutti coloro che insistono sulle differenze esistenti tra carbone carbone, petrolio e gas con il solo obiettivo di perpetuare business devastanti per il clima della Terra.

Guterres alla Cop28: “Non mancano i mezzi, manca la volontà politica”

Guerres ha evidenziato ancora una volta il fatto che gli impatti dei cambiamenti climatici sono presenti già oggi: “Emissioni record, incendi giganteschi, siccità mortali. E il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato nella storia dell’umanità”. In questo senso il diplomatico portoghese ha parlato dei sospetti di conflitto d’interesse che da mesi si concentrano sulla figura del presidente della Cop28, il sultano al-Jaber, amministratore delegato della Adnoc, la compagnia petrolifera di Stato degli Emirati Arabi Uniti. “Penso che si trovi nella migliore posizione possibile per spiegare ai suoi colleghi dell’industria fossile che occorre dire addio alle energie inquinanti”, ha affermato il segretario generale dell’Onu.

D’altra parte, ha aggiunto “abbiamo il potenziale, le tecnologie, le capacità e il denaro. I capitali sono lì è solo questione di orientarli nella buona direzione. La sola cosa che ancora manca è la volontà politica. Ed è per questa ragione che questa Cop è così importante: le persone devono capire che stiamo andando ancora nella direzione sbagliata”.

Numerosi i capi di stato e di governo che hanno preso la parola. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha evidenziato che “non abbiamo molto tempo rimanente per riparare agli errori del passato. Il mondo intero ci guarda, madre natura ci guarda”. Il presidente del Brasile Lula da Silva (il cui paese ospiterà la Cop30 nel 2025) ha da parte sua ricordato che “nessun paese risolverà i problemi da solo. Il Brasile è pronto a condurre sulla giusta strada fornendo un esempio”. Re Carlo III d’Inghilterra a spiegato di “pregare con tutto il cuore “affinché la Cop28 rappresenti un momento di svolta decisivo a favore di una trasformazione reale, dal momento che il mondo non è ancora sulla giusta strada”.

Giorgia Meloni non cita nel suo discorso né mitigazione né adattamento

Deludente il discorso della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, unicamente incentrato sulla questione dell’alimentazione: “È una delle nostre priorità strategiche. Dobbiamo collaborare con l’Africa, ad esempio, ma sapendo che non siamo qui per fare beneficienza: la mia idea è che all’Africa non serva. Dobbiamo far sì che possano competere, prosperare con le loro risorse. Nel continente è presente, tra le altre cose, il 65% delle terre coltivabili del mondo: servono perciò adeguate tecnologie e adeguate formazioni affinché possano assicurare a loro stessi ciò di cui hanno bisogno”.

“Ma non dobbiamo soltanto concentrarci sull’approvvigionamento di cibo – ha aggiunto Meloni -. Dobbiamo focalizzare l’attenzione anche sulla sicurezza dei prodotti alimentari. Serve cibo di qualità per tutti. La strada non è produrre cibo nei laboratori, per creare un mondo in cui i ricchi possono mangiare prodotti naturali e i poveri quelli sintetici”. Infine la leader di Fratelli d’Italia ha annunciato lo stanziamento di “100 milioni di euro per il fondo per il loss and damage”.

Macron: “Il G7 dia l’esempio e dica addio al carbone prima degli altri”

Decisamente più netta la posizione del presidente francese Emmanuel Macron, secondo il quale “i paesi emergenti devono uscire dal carbone, e questa rappresenta la seconda battaglia fondamentale, dopo quella che spetta ai paesi più ricchi. Il G7 dove mostrare l’esempio e impegnarsi nel dire addio al carbone prima degli altri, ovvero prima del 2030. Il G7 ha in questo senso una grande responsabilità, come la Cina”.

Da segnalare infine il discorso di Tupou VI, re dello stato insulare polinesiano delle Tonga: “Ogni anno ascoltiamo le suppliche angosciate di coloro che rappresentano i piccoli Stati insulari, che stanno letteralmente sprofondando sott’acqua a causa del collasso climatico. Non sorprende che si siano sentiti ignorati mentre i grandi Paesi ricchi continuano a bruciare combustibili fossili”. Tupou ha dichiarato che “oltre 50mila persone delle isole del Pacifico vengono sfollate ogni anno a causa della perdita delle loro case”.

Da segnalare infine la decisione della delegazione dell’Iran di abbandonare la Cop28 per protestare contro la presenza di Israele.

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