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Anna Baldini ha iniziato, quasi per gioco a utilizzare piante e vegetali per colorare la lana. E non ha più smesso.
Come ti è venuto in mente di usare le piante per colorare
la lana?
Per puro gioco. Volevo provare a tessere un tappeto con una tintura
mia e ho comprato un piccolo manuale su come tingere con le piante.
Poi ho preso gusto, ho cominciato a sperimentare per conto mio e
non ho più smesso.
Con quali piante hai iniziato?
Con tutto quello che trovavo fuori casa come erba, edera, foglie di
fico, giaggiole, lavanda, barbabietole, carciofi. In natura tutto
tinge, ma non come uno si aspetta. La barbabietola dà per
esempio un giallo, la lavanda un beigino. E sorprendentemente il
colore più facile da ottenere è il giallo! Si
può dire che in natura quasi tutto tinge di giallo! Col
tempo ho imparato a selezionare le piante. Col mallo della noce
faccio il color marrone, col sambuco delle tonalità
verde/blu, col fiore della ginestra un giallo-sole, con la robbia
il rosso.
Come avviene il processo della tintura?
Per prima cosa preparo il colore, cioè tingo l’acqua con le
rispettive piante. In seguito ci immergo la lana e la bollo, il
tempo dipende dall’intensità del colore che desidero. Il
primo bagno è sempre quello che dà il colore
più bello e più brillante.
Spiega la differenza tra le tue tinture e quelle
chimiche
E’ una questione di toni di colori. Il tono del colore chimico non
è mai tenue e colpisce l’occhio molto più di
qualsiasi colore vegetale.
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