Premi Nobel

Perchè il Nobel di Al Gore è anche nostro

Il premio Nobel per la Pace 2007 è stato assegnato al Comitato Onu per i Cambiamenti Climatici e ad Al Gore “per i loro sforzi perdiffondere una conoscenza maggiore sui cambiamenti climatici provocati dall’uomo”.

Perché il Nobel per la Pace?
Perché il cambiamento climatico
è guerra
. Lo riconobbe per la prima volta
proprio uno studio del Pentagono. E chi si batte per fermarlo, si
batte per fermare – anche – un disastro umanitario.

Perché ad Al Gore? E’ stato riconosciuto
ad
Al Gore
, sì – ma non solo a lui: anche
all’IPCC,
organismo Onu di 500 scienziati. In secondo luogo, Al Gore è
stato bravo a farsi alfiere di un più vasto movimento
d’opinione. E’ un premio alla sua opera, al suo tempismo, ma
soprattutto alla più vasta campagna mondiale contro il
riscaldamento globale. Di cui è uomo simbolo.

E’ un momento storico? Sì. Chi altri ha
vinto, nella storia culturale moderna, nello stesso anno un premio
artistico – il
premio Oscar
– e un premio politico, il premio
Nobel?

Perché il suo premio è “nostro”?
In quest’ottica, è un grande riconoscimento a chi si batte
per la presa di consapevolezza su un problema solo pochi anni fa
negato. A chi si impegna a livello
governativo
per cambiare le
politiche energetiche
. E’ anche un premio “contro”:
contro chi nega i fatti, contro l’amministrazione del paese maggior
inquinatore al mondo, il cui presidente si scontrò con Al
Gore, vincendo, otto anni fa. Ma è soprattutto un premio a
chi si assume nuove responsabilità, a chi partecipa alla
campagna spendendo una parola, con un’azione di management
responsabile, con gesti concreti. Questo premio Nobel è
anche di chi ha un’auto ibrida, di chi abbassa di due gradi il
riscaldamento di casa. E di chi spegne la luce.

La motivazione. l Nobel per pace è un
premio per la “sensibilizzazione – si legge nel comunicato
ufficiale del comitato norvegese di assegnazione dei Nobel “per i
loro sforzi nel costruire e disseminare una più grande
conoscenza sui cambiamenti climatici prodotti dall’uomo, e per
chiedere misure per contrastarli”.

Un impegno consacrato dal Nobel, dato “i cambiamenti climatici
possono alterare e minacciare le condizioni di vita
dell’umanità, possono produrre migrazioni su larga scala e
grandi competizioni per le risorse, e, soprattutto nelle nazioni
che sono già più vulnerabili, aumentano il rischio di
conflitti”. Bisogna agire “prima che la situazione sfugga al
controllo umano”.

Il comitato di assegnazione dei Nobel ha inoltre voluto
sottolineare che l’Intergovernmental Panel for Climate Change “con
i suoi rapporti scientifici degli ultimi due decenni, ha creato un
largo consenso informato sulle connessioni tra attività
umane e riscaldamento globale” e che “centinaia di scienziati di
più di cento Paesi hanno collaborato per raggiungere la
più grande certezza sulle dimensioni del fenomeno”.

Al Gore, invece, è stato scelto perché “è
stato per lungo tempo uno dei principali leader politici
ecologisti, tra i primi a capire le sfide climatiche che il mondo
sta affrontando”. Inoltre, si legge sempre sul comunicato, che “il
suo forte impegno, nell’attività politica, nelle conferenze,
con film e libri, hanno reso più forti gli sforzi contro i
cambiamenti climatici e ha fatto più di altri per creare una
comprensione globale delle misure che devono essere prese”.

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