Legge di bilancio, a cosa sono destinati i 35 miliardi stanziati dal governo

Sono 35 i miliardi stanziati dalla legge di bilancio: molti andranno via per il caro-bollette. Salta la plastic tax, addio reddito di cittadinanza.

Meno reddito di cittadinanza, più risorse per il bonus psicologo ma per una platea meno ampia,  mezzo miliardo di euro a favore delle squadre di calcio di Serie A, 800 milioni destinati alla spesa per la Difesa. Ed è già finita, praticamente per tutti, l’epoca dello smart working, che invece durante la pandemia sembrava il futuro. Sono alcune delle modifiche con cui la legge di bilancio sarà approvata dal Parlamento, rispetto al testo che era uscito dal Consiglio dei ministri un mese fa, lo scorso 22 novembre.

All-in sul caro bollette

Di quel testo restano le norme fondamentali: ben 21 dei 35 miliardi a disposizione verranno destinati alle misure contro il caro-energia, Per il comparto sanità e per gli enti locali, compreso il trasporto pubblico locale, saranno stanziati circa 3,1 miliardi. Confermata la proroga della plastic tax e della sugar tax, l’abbattimento al 5 per cento dell’Iva sui prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima femminile (la cosiddetta tampon tax) e la riattivazione della società Stretto di Messina spa in vista di un nuovo progetto di ponte.

Nei fatti, si tratta di una manovra che si occupa quasi esclusivamente di affrontare le emergenze legate alla crisi energetica e all’inflazione, ma che non contiene grandi investimenti sul futuro, ad esempio sul mondo del lavoro, sulla riduzione delle disuguaglianze, sulle transizioni: né quella ecologica (molto poche – se non assenti – le misure di stampo ambientalista), né quella digitale. Su quest’ultima, in particolare, si compie un passo indietro con l’innalzamento a 5mila euro del tetto all’uso del contante, mentre altre due misure come il tetto a 60 euro per i pagamenti con il Pos nei negozi e l’addio alla ricetta medica elettronica sono saltate all’ultimo momento.

Le misure per l’energia

Come detto si tratta del capitolo più importante, che, che assorbe due terzi dei fondi investiti: serviranno per tutelare dal caro-energia famiglie e imprese, tagliando gli oneri delle bollette, alzando la soglia del bonus sociale a Isee fino a 15mila euro, rafforzando il credito di imposta. L’iva per il teleriscaldamento scende al 5 per cento, quella per i pellet al 10 per cento. Con una grande escluso: il Terzo settore che ancora una volta si ritrova terzo e ultimo.

 

A parte l’aumento al 50 per cento della tassazione degli extraprofitti delle compagnie energetiche, sul reddito 2022 che eccede per almeno il 10% la media del 2018-21, si tratta di misure di tamponamento, valide peraltro solamente per il primo trimestre del nuovo anno, che però non affrontano in modo strutturale il problema dei costi dell’energia nel nostro paese.

 

Non ci sono per esempio interventi di spinta verso le rinnovabili e le comunità energetiche tali da spingere al superamento della dipendenza dal gas e dal petrolio. A proposito di comunità energetiche, invece, 2,2 miliardi arriveranno, ma dalla Commissione europea, che li ha stanziati per l’Italia a fondo perduto nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Le misure fiscali

Aumenta il range della cosiddetta flat tax per autonomi e partite iva: si applicherà ai redditi fino a 85mila euro. Per le opposizioni si tratta di una misura che andrà a vantaggio dei ceti medi e alti a scapito di quelli più bassi. Per quanto riguarda questi ultimi, viene confermato il taglio di di 2 punti percentuali per i redditi fino a 35mila euro, e di 3 punti per quelli sotto ai 25mila euro. E chi ha una cartella esattoriale pendente, di valore inferiore ai mille euro e risalente al 2015 o oltre, non dovrà pagarle (a meno che non si tratti di multe e che il Comune di appartenenza accolga la norma).

Una norma piuttosto contestata è quella che riguarda le società sportive: per loro il governo ha creato un fondo di 900 milioni (500 dei quali per le società di calcio di Serie A) che consente di differire e rateizzare le tasse del periodo Covid.

Cosa cambia per le pensioni

Nel 2023 si potrà andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età (la cosiddetta quota 103). Ma una delle maggiori critiche rivolte alla manovra è sulla norma detta Opzione Donna: il governo ne aveva annunciato la conferma, ma invece ha cambiato i termini. Invece che a 58 anni, ora le donne potranno andare in pensione a 60 anni, che possono scendere di nuovo a 58 ma solo in presenza di due figli. Qualcosa però su questo fronte potrebbe cambiare presto, già con il prossimo decreto milleproroghe. Le pensioni minime salgono a 600 euro, ma varrà solo per il 2023.

Le misure contro l’inflazione 

Una buona notizia è l’annuncio della riduzione dell’Iva dal 10 al 5 per cento per i prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima femminile: è il caso, in particolare, di pannolini e assorbenti. L’Iva sui prodotti di igiene femminile, in particolare, è chiamata in gergo tampon tax: l’Irlanda è l’unico paese europeo ad averla annullata del tutto, ma con questa misura l’Italia si adegua ai tagli fatti negli ultimi mesi dalla Germania (7 per cento), dal Belgio (6 per cento) e dalla Svizzera (7 per cento, ma si pensa di portarla al 2).

Viene inoltre istituito un fondo di 500 milioni di euro destinato alla realizzazione di una Carta risparmio spesa per redditi bassi fino a 15mila gestita dai Comuni e volta all’acquisto di beni di prima necessità. Si tratta di una sorta di “buoni spesa” da utilizzare presso punti vendita che aderiscono all’iniziativa con un’ulteriore proposta di sconto su un paniere di prodotti alimentari.

Il reddito di cittadinanza

Rispetto a quanto previsto inizialmente, invece, il reddito di cittadinanza esce ulteriormente indebolito: chi non ha impedimenti fisici a lavorare, potrà percepirlo nel 2023 (ultimo anno prima della definitiva abolizione) solamente per un massimo di 7 mesi. Ma la modifica principale sta nell’eliminazione del concetto di congruità dell’offerta lavorativa: d’ora in poi, chi percepisce il reddito di cittadinanza dovrà accettare la prima offerta di lavoro ricevuta, qualunque essa sia, a qualunque condizione, altrimenti perderà il beneficio. Nel frattempo, in Spagna, la manovra del governo di Pedro Sanchez (che stanzia in tutto 274 miliardi) potenzia una misura simile al nostre reddito di cittadinanza, l’ingresso minimo vitale, di cui usufruiranno 1,2 milioni di spagnoli. 

 

 

Le misure per le famiglie 

La manovra aumenta l‘assegno familiare per le famiglie con più di tre figli, e il congedo parentale sale dal 30 all’80 per cento, anche per i padri. E sono state rinnovate le agevolazioni per l’acquisto della prima casa per gli under 36. Inoltre, è stata inserita la norma per cui chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile, alla luce del forte rialzo dei tassi di interesse avrà la possibilità di rinegoziarlo con un fisso, ma solo per mutui fino a 200mila euro e Isee fino a 35mila euro.  Una brutta notizia arriva dallo smart working, che non è stato confermato per i lavoratori con figli: rimarrà una opzione solamente per le categorie considerate fragili.

Salute e bonus psicologo 

Nel settore della salute la manovra prevede un aumento di 2,1 miliardi di euro di spesa, che però di fatto andranno a far fronte quasi esclusivamente all’aumento dei costi dell’energia. Di fatto, come ha notato la Corte dei Conti, il profilo della spesa in rapporto al Prodotto interno lordo si riduce dell’1,1 per cento nel prossimo biennio. In compenso il bonus psicologo diventa una misura permanente, con un pro e un contro: il bonus sale da 600 a 1.500 euro per ogni richiedente, con un tetto Isee a 50mila euro. Le risorse totali a disposizione però diminuiscono: 5 milioni di euro l’anno prossimo e 8 nel 2024- In pratica, un bonus più alto ma destinato a meno persone.

Cosa (non) c’è nella manovra sull’ambiente 

Oggettivamente poche le misure contenute nella legge di bilancio riguardanti l’ambiente. Senza contare quello che non c’è: la manovra infatti prevede la sospensione anche per il 2023 dell’entrata in vigore di plastic e sugar tax, le imposte sui prodotti in plastica monouso e sulle bevande zuccherate. Una misura dal valore di 600 milioni. Previste entrambe dalla legge di bilancio 2020, sarebbero dovute entrare in vigore a luglio di quell’anno, poi erano slittate prima a luglio 2021 e poi al 2022 a causa dell’emergenza coronavirus.

E rispunta anche il progetto del Ponte sullo Stretto. Nella manovra è prevista infatti la riattivazione della società Stretto di Messina spa, attualmente in liquidazione dopo aver speso 600 milioni di euro tra penali, profetti e lavori preparatori iniziati). Quello del ponte tra Messina e Reggio Calabria è un progetto che torna ciclicamente in auge (l’ultima volta nel 2016), nonostante i pareri decisamente negativi da sempre espressi dalle associazioni ambientaliste.

In compenso, è entrato nel testo uno sconto del 50 per cento sull’Iva per l‘acquisto di case in classe energetica A e B. Una norma riguarda anche il riciclo: si prevede un credito d’imposta del 36 per cento per le spese sostenute dalle imprese che acquistano prodotti realizzati con materiali provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica o che acquistano imballaggi biodegradabili e compostabili.

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