La Cop28 è finita, ma bisogna essere consapevoli del fatto che il vero test risiede altrove. Dalla disinformazione al ruolo delle città, ciò che conta avviene lontano dai riflettori.
Marcia per il clima. Le immagini dei 15mila a Roma
In molte città del mondo la Marcia per il clima ha coinvolto migliaia di persone con un’unica richiesta: un accordo per contenere l’aumento delle temperature.
Sono stati più di 15 mila i partecipanti alla Marcia per il clima tenutasi a Roma lo scorso 29 novembre. Società civile, rappresentanti delle istituzioni, più di 150 associazioni. Tutti uniti per portare lo stesso messaggio: la speranza per un accordo vincolante per tagliare le emissioni e contenere l’aumento delle temperature medie globali entro i 2 gradi centigradi.
“Il vertice sul Clima di Parigi deve essere una svolta verso un’economia che punti ad azzerare le emissioni di CO2, ad alimentarsi con energie rinnovabili e a usare le risorse e l’energia in modo efficiente”, ha dichiarato Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia. “L’intelligenza e l’ambizione di tutta l’umanità è che i Governi dettino un’agenda di impegni stringenti per contrastare il cambiamento climatico ed evitare le conseguenze peggiori. Proprio da Parigi deve nascere una nuova consapevolezza globale”.
Non solo Roma, ma in tutta Italia, da Nord a Sud si sono tenute manifestazioni in favore del vertice.
“I leader riuniti a Parigi non possono ignorare centinaia di migliaia di persone scese in strada in tutto il mondo per dire basta a petrolio, carbone e gas e chiedere un futuro 100 per cento rinnovabile”, ha affermato Luca Iacoboni, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. “La società civile si è mobilitata per spingere i governi a siglare un accordo ambizioso e vincolante che metta fine all’era dei combustibili fossili. Vedremo se la politica finalmente ascolterà i cittadini o continuerà a fare gli interessi delle lobby dei combustibili fossili”.
Una festa pacifica, una marcia per mostrare a chiedere a gran voce quello scatto d’orgoglio e quella ambizione che troppo spesso è mancata negli ultimi vertici internazionali.
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