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La strage del 3 ottobre 2013 sembrò poter segnare una svolta nelle politiche migratorie della Ue. Da allora invece ci sono state oltre 30mila vittime.
Durante la campagna elettorale in Abruzzo sono spuntate delle installazioni raffiguranti mani che annegano: un messaggio alla politica sul dramma dei migranti. Adesso “Mediterraneo” diventa una protesta virale.
È comparsa per la prima volta nella piazza principale di Atri, un piccolo comune della provincia di Teramo, lo scorso 3 febbraio. Pochi giorni dopo ha invaso la piazza del Duomo di Teramo e la più grande Pescara, tanto che ne ha parlato in un servizio anche la Cnn. Da lì, passando per tanti altri comuni abruzzesi, ma anche per Nardò, in Puglia, Albano Laziale e Cinisello Balsamo, è arrivata a Roma e il 2 marzo, già si sa, riempirà la piazza del Duomo a Milano. Si tratta dell’installazione Mediterraneo, un’opera composta di decine di mani di cartone protese verso il cielo a ricordare le richieste di soccorso di uomini che annegano, come i migranti che hanno perso la vita in mare negli ultimi anni oppure sono stati salvati in extremis da qualche nave della Guardia costiera o di organizzazioni non governative. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, oltre duemila persone sono morte in tutto il 2018 durante le traversate di fortuna compiute per raggiungere l’Europa dalla Libia.
Gli autori di questi flash mob sull’immigrazione e sulle politiche di accoglienza del governo sono da ricondurre a un collettivo artistico che si fa chiamare Arte resistente, nato per l’occasione e legato ad un gruppo di associazioni abruzzesi operanti nel sociale, riunitesi lo scorso agosto sotto la sigla di Rete oltre il ponte all’indomani dello sbarco a Catania della nave Diciotti con 177 migranti a bordo.
Il destinatario del messaggio è chiaro: il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, che la scorsa settimana è stato proprio in Abruzzo in occasione della chiusura della campagna elettorale per le elezioni regionali. A Salvini i manifestanti rivolgono anche un messaggio diretto, lasciato proprio nei luoghi delle installazioni, che afferma:
Ministro, sentiti libero di esprimere, qui con i tuoi elettori, idee disumane di società. Qui, tra queste mani che affondano, silenti come coloro che, in mare, hanno la testa nell’acqua. Coraggioso è chi mette in gioco la propria vita, non chi gioca con quella degli altri.
Le elezioni abruzzesi hanno visto poi la vittoria del candidato del centrodestra, Marco Marsilio e la forte crescita della Lega di Matteo Salvini, primo partito con oltre il 26 per cento dei consensi, ma l’iniziativa di dissenso non si è fermata lì: la mattina del 18 febbraio le mani che affogano sono comparse a Roma, in piazza dei Mirti, cuore del quartiere popolare di Centocelle. E Arte resistente ha già annunciato la prossima tappa: il 2 marzo al Duomo di Milano. C’è di più, perché sulla pagina Facebook del gruppo è stato pubblicato perfino un video-tutorial per realizzare in proprio le mani che annegano: l’iniziativa rischia dunque di diventare sempre più virale.
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