
Lettera di una figlia alla madre e al mondo che la circonda
Il deputato francese Véran propone due emendamenti che sanzionano gravemente tutti coloro che utilizzano l’immagine di modelle troppo magre. Ma il governo respinge la proposta.
Dopo il tentativo, mal riuscito, del 2008, il deputato socialista Olivier Véran ha proposto nuovamente due modifiche alla riforma della sanità francese. Il primo emendamento vieta a tutte le agenzie di moda di ingaggiare ragazze con un certificato sanitario che attesti un indice di massa corporea inferiore a quello stabilito dall’Organizzazione mondiale della sanità pari a 18 (ovvero 55 chilogrammi per 1,75 metri di altezza). Il secondo, prevede l’introduzione del reato di promozione della magrezza eccessiva, denunciando tutti quei canali di comunicazione che mostrano delle modelle anoressiche come emblema della perfezione estetica.
Si tratta di una presa di posizione significativa nei confronti di una questione sociale che interessa direttamente la capitale francese della moda: sono oltre 40mila le ragazze affette da disturbi alimentari nel Paese e, per ovviare al problema, sorvegliare i cattivi esempi forniti dai mass media può essere fondamentale. Il governo francese, però, ha deciso di respingere la proposta di Véran perché comprometterebbe l’attività lavorativa di tutte le persone magre.
Secondo il deputato Bernard Accoyer, d’accordo con la linea seguita dal governo, “questi emendamenti avrebbero stabilito una discriminazione nel codice del lavoro. Lottiamo ogni giorno contro le discriminazioni e, così facendo, ne avremmo creata una noi stessi”. Un passo indietro per l’Europa, che perde punti davanti a un paese come Israele dove una legge anti-anoressia è già in vigore dal 2013.
La “promozione” della magrezza eccessiva è un fenomeno in grande diffusione anche sul web, dove nascono ogni giorno nuovi siti con l’obiettivo di fornire alle adolescenti consigli per perdere peso. Da qui, il passo per cadere nel baratro di gravi disturbi alimentari è breve. Viene da chiedersi che fine abbia fatto il diritto alla salute dell’individuo che le nazioni europee dovrebbero tutelare. Pare che tutti se ne siano dimenticati; i continui tentativi politici falliti di combattere l’anoressia e la sua divulgazione attraverso immagini che la “legittimano” e che funzionano da modelli per gli spettatori lo dimostrano.
La moda, quando è veicolo di trasmissione di una bellezza malata, dovrebbe essere regolata, e quando mette in mostra corpi troppo magri e sempre più pallidi dovrebbe essere perlomeno sanzionata. Gli interessi economici che girano intorno al mondo fashion, però, sono troppi per spingere le autorità politiche a prendere seri provvedimenti a riguardo; ma è giusto continuare a mettere a repentaglio la vita di milioni di giovani ragazze al mondo? “Alimentare” un tale fenomeno è moralmente scorretto, ma vedere finalmente concretizzarsi delle norme che lo contrastino rimane ancora un’utopia.
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