Dipendenza e paura da cibo

Scegliere gli alimenti in funzione della gola, del costo, dell’abitudine o delle mode… e poi ci si ritrova imprigionati in circoli viziosi che portano all’eccesso e alla malattia.

Simbolo di gratificazione psicologica e di potere, il cibo si
carica sempre più di valori aggiunti. Anoressia, bulimia,
obesità, diete di ogni tipo per qualsiasi necessità,
integratori, barrette energetiche..e intanto il business
avanza.

Ma allora che senso ha mortificarsi per mesi con diete da stress
quando è sufficiente limitare il più possibile
zuccheri e carboidrati raffinati come pane bianco da hamburger o
patatine, il menù tipico da fast food? Direttamente
dall’America, patria dell’obeso, arriva l’ultima accusa ai cibi
grassi e saporiti, il cosiddetto “cibo spazzatura”, il
cosiddetto junk food.

Le contraddizioni di un mondo globalizzato sono tante e, nonostante
il tentativo di combattere la fame nel mondo, il divario fra poveri
e ricchi è destinato ad aumentare. Studi recenti sembrano
dimostrare che una dieta ricca di grassi e zuccheri scatena una
serie di meccanismi a livello ormonale per cui si mangia
smodatamente e si diventa succubi del cibo. In una parola
dipendenza, una vera e propria forma di “dipendenza” da cibo come
le droghe o la nicotina delle sigarette. Basta osservare le
dimensione di panini, bibite, patatine, frappè e
gelati..sempre più maxi, double, super..si tratta di cibo
ipercalorico che causa obesità, malattie cardiache e
diabete. Dall’altra parte esiste un numero sempre maggiore di
puristi dell’alimentazione, esasperati dal cibo, attenti ai grammi,
agli abbinamenti, alle etichette fino a rasentare la
“fobia”..disposti a vivere in funzione del cibo con la paura
esasperata di ammalarsi e anche di ingrassare.

Se fino ad una generazione fa mangiare tanto e sostanziosamente era
sinonimo di buona salute e benessere, oggi sembra prevalere la
paura del cibo.

La diffidenza nei confronti del cibo, la limitazione di alimenti
ritenuti “pesanti” è tipica della nostra società
dominata dal mito dell’eterna giovinezza, dove l’assioma dominante
è: se mangio con attenzione vivo più a lungo.

Fresca, buona e sempre più naturale.. ma dal seguire una
dieta equilibrata a una vera e propria fobia nel cibo il passo
è breve. La nuova sfida è conciliare le esigenze
salutiste a quelle di leggerezza e digeribilità senza cadere
nell’omologazione: il piacere del cibo è sempre
più raro.

Sonia Tarantola

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