Glifosato, ritirato dopo 25 anni uno studio che ne garantiva l’innocuità

Conflitto d’interesse palesi, autori remunerati, mancanza di trasparenza. Uno studio tra i più citati sul glifosato, pubblicato nel 2000, è stato ritirato.

“Valutazione della sicurezza e stima dei rischi dell’erbicida Roundup e della sua molecola attiva, il glifosato, per gli esseri umani”. In inglese, “Safety evaluation and risk assessment of the herbicide Roundup and its active ingredient, glyphosate, for humans”. È il titolo di uno studio che è stato pubblicato nel 2000 sulla rivista scientifica Regulatory Toxicology and Pharmacology. E se alla maggior parte di noi non dice niente, per moltissimi governi, parlamentari, industriali che hanno difeso il diserbante glifosato in questi decenni, si tratta di un testo famosissimo.

Lo studio assicurava: il glifosato non comporta alcun rischio per la salute

Su queste 49 pagine in molti hanno fondato la maggior parte delle loro argomentazioni per concedere e rinnovare le autorizzazioni al commercio di uno degli agenti chimici agricoli più controversi in assoluto. L’analisi concludeva infatti che l’uso del Roundup, prodotti di punta della Monsanto (oggi Bayer), non comporta alcun rischio per la salute.

La prima pagina dello studio sul glifosato ritirato dall'editore della rivista scientifica
La prima pagina dello studio sul glifosato ritirato dall’editore della rivista scientifica © sciencedirect.com

Ebbene, ora su ciascuna di quelle 49 pagine campeggia, enorme, in rosso, la scritta in caratteri maiuscoli “retracted”, ritirato in italiano. Lo studio in questione, infatti, è sospettato di essere stato scritto da persone che avevano palesi conflitti d’interesse non dichiarati.

Le ripetute citazioni di governi e organismi regolatori per autorizzare il glifosato

L’articolo scientifico, in questi venticinque anni, risulta uno dei più citati sul glifosato, in particolare da numerose autorità di controllo governative che ne hanno nel corso del tempo regolamentato l’uso. Oggi, però, una nota pubblicata dall’editore della rivista elenca una serie di lacune “critiche”.

Si va dal non aver incluso alcuni studi sui pericoli di insorgenze tumorali legate all’esposizione all’erbicida, al non aver dichiarato in modo trasparente che alla redazione del testo avessero partecipato alcuni dipendenti di Monsanto. Né era stato reso noto il fatto che gli autori erano stati remunerati dalla stessa multinazionale ceduta alla tedesca Bayer nel 2016.

Tre macigni sulla credibilità dello studio

Tre macigni che hanno compromesso ogni tipo di credibilità non soltanto dello studio ma anche di chi lo firmò. Un comportamento riprovevole, se si tiene conto del fatto che sulla tossicità del glifosato – presente da anni nella lista delle sostanze probabilmente cancerogene dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) – non si è (per lo meno) ancora fornita una risposta univoca da parte della scienza.

Una confezione di Roundup, erbicida a base di glifosato prodotto dalla Bayer
Una confezione di Roundup, erbicida a base di glifosato prodotto dalla Bayer © Philippe Huguen/Afp/Getty Images

L’editore della rivista scientifica, Elsevier, ha assicurato che è stata avviata una procedura di riesame dello studio in questione. Quindi, per correttezza, occorre indicare che non si conosce ovviamente ancora l’esito di tale revisione.

Già nel 2002 in una lettera un gruppo di scienziati parlava di conflitti d’interesse

Si sa però che già nel 2002 in una lettera una ventina di scienziati scrissero alla società denunciando “conflitti d’interesse, mancanza di trasparenza e assenza di indipendenza editoriale” in riferimento al paper in questione. Una delle persone firmatarie, Lynn Goldman, dell’università George Washington, ha commentato all’agenzia di stampa Afp il ritiro dello studio, dichiarando che esso è stato giustificato “esattamente con le stesse argomentazioni che noi denunciammo all’epoca”.

Non solo, nel 2017 alcuni documenti interni trapelati dalla Monsanto fecero emergere il ruolo di dipendenti dell’azienda nella scrittura del testo. Per decenni, però, non si è fatto nulla. Una questione che apre anche un dibattito sui meccanismi utilizzati dalla comunità scientifica per “convalidare” i risultati degli studi.

Incredibilmente, la Monsanto da parte sua non si è mai scomposta. In passato aveva anzi dichiarato candidamente di essere a conoscenza della partecipazione diretta alla stesura del testo, ma aveva assicurato che essa “non aveva raggiunto un livello tale da dichiararne la paternità”.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

L'autenticità di questa notizia è certificata in blockchain. Scopri di più
Articoli correlati