
Ora che il fashion month è definitivamente concluso possiamo dirlo: la body positivity è scomparsa dalle passerelle. Tornerà o si tratta di un addio?
Sostituire la pelle vera si può. Un’alternativa eco che presenta tutte le caratteristiche ideali è Muskin, composta al 100% da materie prime naturali.
Intorno all’industria conciaria si dibatte da anni riguardo la questione etica di utilizzare cadaveri animali per realizzare capi d’abbigliamento pregiati. Ma c’è anche un’altra problematica di altrettanta importanza: per rendere il materiale adeguato all’impiego tessile, i tradizionali processi di concia implicano l’utilizzo di sostanze chimiche che danneggiano gravemente l’ambiente.
Muskin, dell’azienda Zero Grado Espace di Montelupo Fiorentino, rappresenta una soluzione sia dal punto di vista etico che ambientale. Stiamo parlando di una pelle vegetale creata utilizzando una particolare specie di fungo trattato senza l’impiego di sostanze inquinanti.
Abbiamo parlato della pelle ecologica ricavata dall’ananas e quella dagli scarti delle mele. Muskin, a differenza dei tessuti ottenuti dai funghi e poi uniti ad altre materie tessili, proviene interamente dal cappello del Phellinus ellipsoideus, una specie di fungo gigante non commestibile originario delle foreste subtropicali che trae nutrimento dal tronco degli alberi provocandogli una sorta di marciume bianco.
Una volta estratto il materiale viene sottoposto a trattamenti simili a quelli della concia ma totalmente naturali. Questi prevedono l’utilizzo di prodotti ecologici come eco-cere in grado di conferire alcune caratteristiche essenziali al pellame.
Grazie alla sua composizione naturale Muskin è una risorsa ideale da impiegare nella produzione di scarpe, cappelli, borse, inserti nell’abbigliamento ma anche nei prodotti d’arredamento. Al tatto si presenta simile al camoscio con una consistenza che varia dal morbido al rigido tipico del sughero.
Questa pelle vegetale funge, inoltre, da isolante termico che assorbe l’umidità e la rilascia in tempi brevi, limitando il proliferare di batteri. È traspirante, idrorepellente e atossica. In sostanza, può essere tranquillamente applicata in tutti quei prodotti che vengono utilizzati a diretto contatto con l’epidermide perché non provoca alcun tipo di reazione allergica.
Al momento la capacità produttiva del materiale è ancora ridotta (fino a circa 40-50 metri quadrati al mese), ideale per la realizzazione di collezioni a edizione limitata. Con Muskin si amplia ulteriormente la proposta di alternative ecologiche in grado di sostituire la pelle per proteggere animali, persone e ambiente.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Ora che il fashion month è definitivamente concluso possiamo dirlo: la body positivity è scomparsa dalle passerelle. Tornerà o si tratta di un addio?
Dalle pellicce alla lana, il documentario Slay affronta il tema dei materiali animali nella moda senza fare sconti e offrendo delle alternative.
Una minigonna non è solo una minigonna, così come gli slogan femministi sulle t-shirt di Dior: ecco come le lotte delle donne hanno cambiato la moda
Moda e biodiversità: qual è il loro legame e cosa si può fare affinché questo settore rispetti il delicato equilibrio del pianeta.
Una campagna lanciata lo scorso anno ha ottenuto di far cambiare la definizione di “color carne” su alcuni dizionari italiani, ma l’invito è ancora aperto.
Comprare meno, comprare meglio. Ecco nove brand per la nostra selezione mensile di marchi eco-conscious e rispettosi delle condizioni dei lavoratori
La Settimana della moda milanese si è conclusa e sono stati molti i progetti dedicati alla sostenibilità. Ecco la nostra selezione.
Superare la connotazione tra maschile e femminile è una conquista della moda gender fluid che dobbiamo alla Gen Z.
Estremamente versatile come fibra tessile, la canapa necessita di poca acqua. Nel nostro Paese si coltivava molto, ora davvero poco.