
Dobbiamo sfruttare gli spazi di cambiamento per evitare che la crisi climatica diventi così grave da spingerci verso un meccanismo di rimozione collettiva.
Da giorni il Nepal è colpito da gravi inondazioni provocate da piogge torrenziali. Coinvolto anche il nord dell’India. Gravi i danni materiali.
Aggiornamento 15 luglio – Secondo quanto riportato dai media internazionali, il numero di morti per le piogge e le inondazioni in Nepal è salito a 65. Ai quali si aggiungono 38 feriti e circa 10mila persone costrette ad abbandonare le loro case. Le autorità nepalesi hanno riferito anche di 1.400 persone messe in salvo.
Da tre giorni intense precipitazioni stanno flagellando il Nepal, in particolare la regione della capitale Katmandu. Le piogge torrenziali hanno provocato anche gravi inondazioni: secondo quanto riportato dai media internazionali sono 43 le vittime accertate, alle quali si aggiungono numerosi dispersi.
Importanti anche i danni materiali: almeno una decina di autostrade sono state invase da colate di fango e risultano inutilizzabili. Le previsioni meteorologiche, inoltre, indicano che le piogge e i venti violenti continueranno almeno per l’intero fine settimana. A preoccupare, poi, è il livello di alcuni fiumi, che secondo le autorità del Nepal rischiano di esondare. Il che aggraverebbe enormemente la situazione in alcune aree.
At least 27 people have been killed in Nepal after torrential monsoon rains caused floods and landslides. https://t.co/gsCO4jCcje pic.twitter.com/8uqFdPussJ
— Al Jazeera News (@AJENews) 13 luglio 2019
La nazione asiatica non è la sola ad essere colpita dal fenomeno, legato ai monsoni, tipici del periodo tra luglio e settembre. Anche lo stato di Assam, in India, registra gravi danni e migliaia di persone che hanno perso le loro case, secondo quanto indicato dalle autorità locali.
Queste ultime hanno specificato che sono più di 1.500 i villaggi che risultano inondati. Le persone a vario titolo colpite dalle inondazioni sono quasi 900mila e le vittime sono almeno sei.
Dobbiamo sfruttare gli spazi di cambiamento per evitare che la crisi climatica diventi così grave da spingerci verso un meccanismo di rimozione collettiva.
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