Cosa sta succedendo in Nepal, tra violenti scontri e le dimissioni del primo ministro

Un’ampia ondata di proteste sta attraversando il Nepal e ha portato alla caduta del governo. Morti e feriti nelle strade della capitale.

Il Nepal è in preda al caos. Dopo una giornata di violente sommosse nella capitale Katmandu, l’esercito è riuscito a prendere in parte il controllo delle strade. La protesta è stata però talmente ampia da aver portato alle dimissioni del primo ministro Khadga Prasad Sharma Oli.

Almeno 19 i morti e 400 i feriti tra i manifestanti in Nepal

All’alba di mercoledì 10 settembre, intanto, la città appare segnata dalla sommossa. Ovunque sono presenti carcasse di veicoli dati alle fiamme, fumo si leva da molti palazzi e numerosi negozi sono stati saccheggiati. Perfino il palazzo del Parlamento è stato attaccato e incendiato, così come l’abitazione privata del capo del governo dimissionario. L’aeroporto internazionale di Tribhuvan è stato intanto chiuso fino a nuovo ordine.

Uno dei grandi cortei organizzati a Katmandu, in Nepal
Uno dei grandi cortei organizzati a Katmandu, in Nepal © Prabin Ranabhat/Afp/Getty Images

Tutto ciò si è verificato nonostante una repressione brutale da parte della polizia. I manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro la corruzione e contro la decisione del governo di limitare l’accesso a internet (comprese ventisei piattaforme, tra le quali Facebook, YouTube, X e LinkedIn). Soltanto nella giornata di lunedì il risultato è stato drammatico: soltanto nella capitale del Nepal i morti sono stati almeno diciannove, ai quali si aggiungono più di 400 feriti.

La polizia ha usato proiettili veri nelle strade di Katmandu

“C’erano persone che tiravano pietre quando, improvvisamente, sono stato colpito da un proiettile. Quando ho ripreso conoscenza ero dentro a un’ambulanza”, ha raccontato all’Afp Ronish Regmi, uno studente di vent’anni. La stessa agenzia di stampa ha riferito dell’utilizzo di proiettili veri e non di gomma.

Le autorità di Katmandu hanno promesso un’inchiesta sulle violenze della polizia, nonché la riapertura dei social network, ma tali annunci difficilmente potranno bastare a calmare gli animi. La situazione in Nepal resta infatti estremamente incerta, anche per l’attesa di un successore al posto di primo ministro.

Appelli alla calma dal presidente Paudel, dall’Onu e dall’India

Una figura chiave della possibile transizione è quella dell’attuale sindaco di Katmandu, Balendra Shah, che rivolgendosi alla popolazione si è espresso con parole chiare: “Tenetevi pronti a prendere in mano le redini del paese”. Da parte sua, il capo di stato maggiore ha lanciato un appello alla calma e ha invitato a “avviare un dialogo”. Mentre il presidente del Nepal, Ramchandra Paudel, ha esortato a “cooperare per una soluzione pacifica alla situazione”.

Anche le Nazioni Unite e l’India si sono accodati alla richiesta di evitare ulteriori violenze. Il primo ministro di Nuova Delhi, Narendra Modi, ha dichiarato che “la stabilità, la pace e la prosperità del Nepal sono di un’importanza capitale per il nostro paese”.

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