NextJournalist

NextJournalist, si conclude a Cinemambiente la prima edizione

Il 6 giugno c’è stata la conferenza stampa finale del progetto NextJournalist durante la 26esima edizione di Cinemambiente.

Il festival di Cinemambiente non si è ancora concluso ma già si parla di bilanci con la prima edizione di NextJournalist. Il progetto sviluppato da LifeGate, media partner di Cinemambiente, con il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo, è stato un successo di riscontri da parte degli studenti e delle studentesse coinvolti.

NextJournalist è il progetto che ha coinvolto 230 scuole secondarie di secondo grado del Piemonte. A queste è stato chiesto di produrre un lavoro giornalistico: la scuola selezionata è stata invitata a partecipare a un seminario a maggio e a una “prova sul campo” insieme ai giornalisti di LifeGate, durante il festival di Cinemambiente.

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La presentazione di NextJournalist durante la 26esima edizione di NextJournalist © Cinemambiente

La partecipazione degli studenti del liceo “Germana Erba” di Torino

Le classi terze (3a e 3b) del liceo coreutico teatrale “Germana Erba” di Torino hanno presentato un video a dir poco originale in cui viene intervistato il direttore dell’agenzia Arpa Piemonte, l’ingegnere Secondo Barbero, su temi quali clima e siccità. Con un messaggio finale molto ottimista: we want happy days!

Così, gli studenti di questo liceo hanno preso parte attivamente al seminario tenutosi a maggio dalla redazione di LifeGate. In quell’occasione, sono stati affrontati vari temi, dal mondo dell’informazione sui temi della sostenibilità per arrivare alla sostenibilità dell’informazione. Non è un gioco di parole: per districarsi nel mondo del giornalismo oggi ci vogliono molti strumenti diversificati e LifeGate, nel percorso formativo con gli studenti, si è concentrata su tre forme della comunicazione di oggi e di domani: testo, audio e video. Come ha spiegato il direttore di LifeGate, Tommaso Perrone, durante la presentazione finale dei risultati del progetto davanti al pubblico di Cinemambiente, “serve un nuovo linguaggio per descrivere la complessa attualità, ma stiamo lasciando un’eredità alle nuove generazioni anche in questo campo”.

Il 6 giugno, una quindicina di ragazzi e ragazze del liceo “Germana Erba” hanno preso parte a una prova laboratoriale prevista da NextJournalist, dividendosi in gruppi: chi ha prodotto un testo (l’intervista alla responsabile della programmazione di Cinemambiente, che proponiamo qui sotto), chi ha preso parte a un podcast (ed è stato seguito all’audio-documentarista Marco Rip) e chi a un video per Tik Tok (gli studenti Emma Garbaccio, Sarah Bonomo, Tommaso Caldarella, Alessandro Benvenuti e Isidea Gay sono stati seguiti da Elena Gogna, sustainability content specialist di LifeGate). Tra i ragazzi ha prevalso lo spirito della multimedialità: “la parte dei podcast è quella che mi è piaciuta di più, perché è un modo di arrivare in maniera intima al pubblico, attraverso la voce, facendo immaginare scenari”, ha raccontato Emanuele. Per Maddalena e Gaia D., il video è di sicuro il mezzo più potente, “perché la potenza delle immagini è in grado di fare arrivare più in profondità il messaggio”. Gli studenti di questo liceo sono molto sensibili alle arti e quindi alla comunicazione performativa: “Siamo molto spontanei, ci viene facile comunicare un messaggio”, spiega Roberta. “L’importante è farlo con la dovuta professionalità”, puntualizza Sofia. E infine un avvertimento: “È vero che oggi molta informazione passa attraverso i social, ma tante volte il contenuto si perde dietro l’egocentrismo degli influencer”, dice Gaia S.

Qui puoi ascoltare la puntata speciale di News dal pianeta Terra realizzata dalle ragazze e dai ragazzi del Liceo Germana Erba. Gli studenti sono: Zackari Delmas, Cristiana Venia, Celeste Lovera, Carlotta Barovero, Pietro Perrucca, Manuel Marletta.

L’intervista a Lia Furxhi, responsabile della programmazione di Cinemambiente

L’intervista a Lia Furxhi è stata condotta dal gruppo di studenti del liceo “Germana Erba” di Torino: Emanuele Casati, Gaia Defina, Sofia Sardone, Gaia Stella, Roberta Bellino, Maddalena Bertoglio.

Raccontaci il processo attraverso il quale sei arrivata a selezionare questi contenuti: quanti se ne ricevono? Li guardi tutti? Come viene organizzato il lavoro della selezione?
Ci arrivano dai 2.500 ai 3.000 film per edizione, li guardiamo tutti e ne selezioniamo poco meno di 100. Li scegliamo con un metodo semaforico: segnando in rosso quelli da escludere, in verde quelli che a prima battuta ci piacciono e in giallo quelli da tenere da parte, magari interessanti per il tema, ma meno per la forma. In particolare, questi ultimi potrebbero essere utili per eventuali convegni, incontri, eventi collaterali. I criteri di selezione sono vari: principalmente deve essere un bel film, perché da studiosa di cinema, già a primo impatto me lo immagino proiettato; molto importante è anche il tema, che se è nuovo è meglio da portare sul piatto del dibattito ambientale. Inoltre si cerca di includere e selezionare quante più nazioni possibili, al fine di essere bilanciati. Il tempo di selezione dura circa 5 o 6 mesi, da novembre ad aprile.

Da quanto tempo ti occupi della programmazione di Cinemambiente? In questi anni da responsabile, come sono cambiate le tematiche? Quali temi si sono rivelati più importanti?
Mi occupo della selezione di contenuti per il festival dal 2014. In questi anni, i contenuti sono cambiati molto, specie i documentari, in quanto questi ultimi sono diventati “cinema d’autore”: non danno solo informazioni ma narrano storie, attraverso le quali raccontano situazioni più ampie. Sono anche aumentati gli investimenti in questo campo, si è ampliato il pubblico e i fondi. Adesso non è solo più una forma di denuncia ma ci raccontano pratiche virtuose, esempi a cui ispirarsi. Il cinema ha sempre di più proposto film che affrontavano tematiche ambientali e la provenienza dei materiali ricevuti negli ultimi anni è variata molto perché all’inizio ne parlavano solo in stati più globalizzati a cui ora si sono aggiuntive paesi di tutto mondo perché ogni luogo del pianeta sente la necessità di raccontare le proprie storie. Le tematiche non cambiano in base alla provenienza del prodotto ma cambia come le raccontano: nei paesi più colpiti vengono raccontate storie personali mentre le grandi produzioni a volte parlano ancora delle grandi inchieste e delle tematiche in modo più ampio.

Qual è il tuo percorso professionale e come sei arrivata a questo ruolo?
Mi sono laureata in storia del cinema, poi ho lavorato per diversi anni sui set e per produzioni indipendenti. Successivamente ho lavorato per il “SottoDiciotto film festival”. Ciò mi ha permesso di conoscerne il direttore, che mi ha proposto di entrare nel gruppo di lavoro di Cinemambiente. Il primo anno mi sono occupata della documentazione dei film, quindi delle foto e ciò che riguardava i contenuti per la divulgazione. Dall’anno successivo ho iniziato a fare la selezione, lavoro che tutt’ora svolgo.

Qual è il ruolo del cinema e di un festival di tematiche ambientali? Le persone possono avvicinarsi a questo contesto con uno sguardo diverso?
Il cinema, oltre che una forma d’arte, è un mezzo di comunicazione oserei dire perfetto. Il pubblico si immerge nella storia ed empatizza con essa. Inoltre il film, rispetto a un documento scientifico, raggiunge un numero maggiore di spettatori, in quanto più accessibile e coinvolgente.

Ascolta tutte le puntata di Vivavoce dedicate a Fondazione Compagnia di San Paolo

Finisce la prima edizione di NextJournalist: arrivederci al prossimo anno!

A proposito di NextJournalist, Alberto Anfossi, segretario generale della Fondazione Compagnia di San Paolo, ha detto: “Una grande fondazione come la Compagnia di San Paolo deve essere sempre connessa a ciò che succede nella società. Nella missione “Proteggere l’ambiente” abbiamo capito che è necessario sostenere attività volte a migliorare la comprensione dei rischi legati ai cambiamenti climatici, con l’obiettivo di stimolare anche la cittadinanza ad avere un ruolo attivo. È il concetto di collegare scelte e impostazioni globali che sono imprescindibili, come la decarbonizzazione, a comportamenti individuali coerenti. Così promuoviamo iniziative volte a sensibilizzare e a formare i giovani  sui temi legati alla transizione ecologica. NextJournalist è un progetto che va in questa direzione, con il fine di avvicinare gli studenti e le studentesse al mondo della comunicazione, per sottolineare il ruolo di essere responsabili nella divulgazione dei messaggi che siano appunto messaggi veri, verificati e attendibili e basati su evidenze scientifiche”.

Gli studenti che hanno contribuito sono: per i testi, Maddalena Bertoglio, Roberta Bellino, Sofia Sardone, Emanuele Casati, Gaia Stella, Gaia Delfina; per l’audio, Zackari Delmas, Cristiana Venia, Celeste Lovera, Carlotta Barovero, Pietro Perrucca, Manuel Marletta; per i video, Emma Garbaccio, Sarah Bonomo, Tommaso Caldarella, Alessandro Benvenuti, Isidea Gay.

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