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L’otoematoma è una fastidiosa malattia dell’orecchio del cane: ora c’è una nuova metodologia per guarirlo in modo dolce e tutto naturale.
Un tuffo nel ruscello di montagna, un bagno rinfrescante in mare o una doccia casalinga in giardino. Tutte cose che divertono tantissimo il nostro amico cane, ma qualche volta lo espongono al pericolo di una noiosa, quanto dolorosa patologia tipicamente estiva: l’otoematoma.
“L’otoematoma è una raccolta di sangue all’interno della lamina cartilaginea del padiglione auricolare dell’orecchio che colpisce frequentemente il cane e più raramente il gatto. La frattura della cartilagine e la rottura del vaso sanguigno al suo interno determinano la fuoriuscita di un’importante quantità di sangue che si raccoglie all’interno della cosiddetta pinna auricolare, formando un ematoma visibile come una specie di cuscinetto all’interno dell’orecchio”, spiega la dottoressa Michela Galgano, medico veterinario.
Le cause possono essere molteplici: dall’otite media ed esterna ai traumi auricolari, o ancora a un eccessivo scuotimento della testa per liberarsi dall’acqua dopo una nuotata o una bagno. Gli otoematomi possono colpire un po’ tutti i tipi di cani, quindi non è una patologia presente particolarmente in alcune razze piuttosto che in altre. Se però il nostro amico a quattro zampe soffre o ha sofferto spesso di otiti, il disturbo può diventare più frequente soprattutto, come dicevamo, in determinate condizioni e se la malattia non è stata curata o debellata opportunamente.
La sintomatologia dell’otoematoma non è difficile da evidenziare: solitamente il cane presenta un rigonfiamento nell’orecchio, a volte solo localizzato, altre invece diffuso a tutto il padiglione auricolare. L’orecchio, poi, si presenta caldo, anche se spesso l’otoematoma non procura eccessivo dolore alla bestiola. Se si nota, quindi, una diversa conformazione dell’orecchio del proprio amico a quattrozampe, è bene ricorrere subito al proprio veterinario curante per una visita che identificherà per prima cosa la causa che ha provocato l’otoematoma, sia essa un’otite trascurata, un trauma o altro ancora.
Il trattamento dell’otoematoma è spesso chirurgico e comporta un approccio invasivo e doloroso per il quattrozampe. “Il post operatorio – continua la dottoressa Galgano – dopo un intervento di questo tipo è lungo e comporta una gestione complicata per il proprietario (medicazioni, antibiotici da somministrare, farmaci specifici, fasciature compressive). Tutte cose che comportano stress sia alla bestiola che al compagno umano. Proprio per questo l’ambulatorio Risorgimento di Milano ha messo a punto una tecnica innovativa per la guarigione dell’otoematoma utilizzando il platelet rich plasma (Prp)”.
La tecnica non prevede l’utilizzo di nessun tipo di anestesia, né di successive e complicate medicazioni e la guarigione completa avviene in una quindicina di giorni circa. “La tecnica – spiega ancora la veterinaria – è una preparazione omologa di piastrine concentrate isolate da un campione di sangue venoso del piccolo paziente. Il campione, poi, viene sottoposto a un processo di centrifugazione standardizzato. In seguito il tutto viene arricchito con un attivatore specifico, e successivamente inoculato direttamente nella pinna dell’orecchio della bestiola”.
Il quattrozampe non sentirà assolutamente alcun fastidio durante l’intera operazione e non ci saranno effetti collaterali. Continua Michela Galgano: “Ci sono diversi studi scientifici che dimostrano come una preparazione ricca di piastrine applicata su ferite, lesioni, esiti di interventi chirurgici, rappresenti un modo sicuro ed efficace per favorire la guarigione del tessuto: questa capacità sembra sia data dai diversi fattori di crescita contenuti nella Prp che giocano un ruolo fondamentale nella proliferazione delle cellule che andranno a ricostruire il tessuto lesionato”.
La tecnica viene attualmente impiegata in medicina umana in diversi campi come l’ortopedia e la dermatologia. Il trattamento in campo veterinario che viene effettuato presso l’ambulatorio Risorgimento di Milano è stato presentato al Congresso internazionale di dermatologia umana che si è tenuto nel capoluogo lombardo nel 2013.
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