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Svelato a Roma il nuovo murales della street artist olandese Jdc: realizzato con la vernice ecologica Airlite, raffigura una donna che si specchia e vede un uomo.
Fisicamente, e in molta della odierna retorica politica, il muro è qualcosa che separa, impedisce, crea discriminazioni e mancanza di dialogo. Ogni tanto però ci sono anche muri che uniscono, che mandano segnali di progresso e diritto: uno di questi è quello dell’Istituto tecnico industriale statale Armellini, nel quartiere San Paolo di Roma, sulla cui facciata esterna campeggia da oggi Outside In, il nuovissimo lavoro realizzato dalla street artist olandese Jdl, il primo murale green a tema Lgbtq, nato dalla collaborazione tra Italia, Stati Uniti e Olanda per portare la storia di un secolo di conquiste e battaglie per il diritto alla felicità sul muro di una scuola.
Un nuovo monumento per Roma, che raffigura “una donna che si guarda allo specchio e vede un uomo nel suo riflesso”, come spiega l’artista, che è al tempo stesso colore e rigenerazione urbana, restyling creativo della città e messaggio, in grado di trasformare un muro bianco in opera d’arte accessibile a tutti. 250 metri quadri di vernice mangia smog, la Airlite già utilizzata per il murales Hunting Pollution che ormai da qualche tempo già campeggia nel vicino quartiere Ostiense, un inno all’amore e al diritto alla felicità. Un muro per tutti perché, come dicono gli organizzatori – l’associazione no profit italiana Yourban2030, in collaborazione con l’Ambasciata dei Paesi Bassi, Yourban2030 Stati Uniti, il circolo Mario Mieli e l’VIII Municipio di Roma, nessun muro si abbatte da solo.
L’iniziativa nasce da una congiuntura astrale particolare: la volontà del circolo Mieli di onorare la memoria di Andrea Berardicurti, la drag queen Karl du Pignè, che è stato un pilastro storico per il Circolo Mario Mieli e per tutta la comunità Lgbtq, e un bando dell’ambasciata dei Paesi Bassi per la realizzazione di un murale sul tema del rispetto dei diritti civili.
Il risultato finale è Outside In, un’opera “che rappresenta un uomo e una donna, che si sovrappongono e si riflettono allo specchio: uno è l’altra e l’altra è l’uno, in un incontro d’amore, in un moto di accoglienza universale”, ha spiegato la street artist olandese Jdl, che ha firmato il murales con la sua cifra stilistica in bianco e nero, quasi fotografica e lirica. Uno specchio che riflette, appunto, l’altra parte di sé: “Prima dell’esecuzione del muro ho intervistato un paio di persone della comunità Lgbtq+, tra cui un transgender di Amsterdam, che mi ha parlato delle profonde lotte che ha dovuto affrontare per sentirsi a casa nel proprio corpo”.
Ma il murale di Jdl come detto unisce due battaglie in un unico muro: da un lato ovviamente c’è quella per i diritti delle comunità Lgbtq, che a 99 anni dal primo congresso per la riforma sessuale e a 51 dai moti di Stonewall che vide gli attivisti gay americani scontrarsi con la polizia statunitense non sono ancora del tutto scontati neanche nella moderna Unione europea (basti pensare ai recenti fatti di cronaca in Polonia, senza dimenticare che tutt’oggi l’Italia dispone di una legge sulle unioni civili ma non di una che sanzioni l’omofobia, e non concede il matrimonio egualitario).
Ma siccome ogni lotta, come dice la presidente di Yourban2030 Veronica De Angelis, “è un percorso di liberazione collettiva a cui tutti noi dobbiamo qualcosa, non solo gay, lesbiche, trans, ma anche etero, bianchi, neri”, Outside In cavalca anche la lotta per l’ambiente: i 250 metri quadri di pittura Airlite consentiranno infatti di purificare l’aria catturando l’equivalente delle emissioni di 53 auto a benzina Euro 6 al giorno.
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