Un’analisi allarmante del Pesticide action network Europe ha rivelato la presenza di Tfa, derivato dei Pfas, in moltissimi alimenti.
L’associazione ha esaminato le politiche ambientali e sociali adottate dalle due principali aziende italiane del settore alimentare.
L’Italia è considerata per antonomasia la patria della buona tavola, il tema dell’alimentazione è quanto mai attuale considerata la presenza di Expo Milano 2015, evento dedicato proprio al cibo. Ma quanto sono sostenibili gli alimenti prodotti nel Belpaese?
Oxfam Italia, organizzazione che si batte contro la povertà e l’ingiustizia sociale, ha provato a rispondere stilando, in collaborazione con Next-Nuova Economia per Tutti e la John Cabot University di Roma, un rapporto intitolato “Il valore della filiera del cibo”.
L’obiettivo dell’indagine era quello di valutare l’impatto che le aziende alimentari italiane hanno sull’ambiente e sui diritti umani a livello globale.
Lo studio ha preso in esame Barilla e Ferrero, le due maggiori imprese alimentari italiane, valutandone le politiche relative a sette temi fondamentali: il rispetto dei diritti dei produttori e dei lavoratori agricoli, l’attenzione alla tematica di genere, la gestione della terra e dell’acqua utilizzate nel processo produttivo, le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici e il grado di trasparenza dell’operato dell’azienda.
Dai risultati, basati sui dati resi pubblici dalle aziende, emerge che le due compagnie, per quanto già orientate verso un percorso di sostenibilità, hanno ancora ampi margini di miglioramento.
Secondo Oxfam, Barilla ha una valida politica nell’ambito della gestione sostenibile di terra e acqua e nella riduzione della proprio impatto ambientale, mentre Ferrero garantisce maggiori garanzie nel rispetto dei diritti dei produttori e dei lavoratori coinvolti nella filiera agricola. Le politiche di genere di entrambe le compagnie invece sono ancora carenti secondo il rapporto.
Oxfam invita dunque Barilla e Ferrero ad impegnarsi maggiormente per contrastare la discriminazione cui sono troppo spesso sono soggette le donne dedite ad attività agricole nei paesi dove le due aziende si riforniscono di materie prime.
“Con questo rapporto Oxfam si propone di stimolare le aziende italiane dell’alimentare a interrogarsi sulla sostenibilità delle proprie filiere – ha dichiarato il direttore generale di Oxfam Italia Roberto Barbieri. – Per costruire un sistema alimentare globale capace di assicurare a tutti accesso al cibo, oggi e in futuro è dunque fondamentale passare attraverso la ridefinizione delle scelte aziendali di chi produce cibo”.
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