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Per Papa Francesco il ricorso ai “viri probati” sarebbe una soluzione alla crisi di vocazioni. Ma chi è già sacerdote non potrà comunque sposarsi.
Per porre rimedio alla crisi di vocazioni che sta investendo la Chiesa cattolica, Papa Francesco starebbe considerando la soluzione di aprire le porte del sacerdozio anche agli uomini già sposati. Il Pontefice ne ha parlato in una intervista esclusiva rilasciata al settimanale tedesco Die Zeit, che in Italia sembra aver avuto poca eco ma che è riportata da molti media britannici tra cui Cnn e Daily Telegraph. Francesco ha spiegato allo Zeit che “la mancanza di nuovi preti sta diventando un enorme problema per la Chiesa”, e che una soluzione può essere quella di affidare ai cosiddetti “viri probati”, ossia uomini sposati di provata fede, almeno alcune funzioni sacerdotali. “Dobbiamo considerare quella dei viri probati come una possibilità – ha detto il Papa – ed eventualmente stabilire quali responsabilità si possano affidare loro, per esempio nelle comunità più remote, difficili da raggiungere”. L’idea di Bergoglio sarebbe comunque quella di aprire il sacerdozio a solo uomini già sposati, mentre escluderebbe la possibilità, per chi è già ordinato prete, di sposarsi. “Il celibato volontario – ha specificato – non è una soluzione”.
L’ultimo censimento della Chiesa italiana, risalente al dicembre 2014, fotografava la presenza di 2753 seminaristi, il 12 per cento in meno rispetto al numero censito dieci anni prima, e sono sempre più frequenti gli abbandoni. Ad oggi, l’unica eccezione concessa dalla Chiesa cattolica per il celibato riguarda i sacerdoti protestanti o di alcune Chiese cattoliche orientali che si convertono al cattolicesimo cosiddetto ‘romano’: in tal caso, è loro concesso di rimanere sacerdoti pur nel vincolo matrimoniale.
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