
Meta ha progettato le piattaforme social per creare dipendenza in bambini e adolescenti e ha consapevolmente permesso ai minori di 13 anni di possedere account social.
Usiamo 250 gesti per accompagnare le nostre conversazioni quotidiane. Il New York Times ha indagato sull?abitudine italiana di usare mani e dita per accompagnare le parole ed esprimere concetti.
Parliamo con i gesti quasi quanto con le parole. Un gesto mentre siamo al cellulare, uno mentre fumiamo, un altro mentre siamo bloccati nel traffico. Secondo un articolo del New York Times esistono circa 250 gesti con un significato preciso che gli italiani usano quotidianamente durante le loro conversazioni. Un dato scientifico, svelato dalla professoressa Isabella Poggi che insegna psicologia presso l’università Roma Tre.
Ma perché gesticoliamo? Secondo alcuni la tradizione secolare va fatta risalire al periodo in cui gli antichi greci colonizzarono l’Italia meridionale: “In città così affollate com’erano quelle del Sud – ha dichiarato Poggi al New York Times – era come se ci fosse una specie di competizione per guadagnarsi l’attenzione”, usando tutto il corpo.
Molto più che semplice folklore dunque. Un’altra spiegazione potrebbe essere la necessità di sviluppare una forma di comunicazione alternativa da parte degli italiani durante i secoli in cui la penisola era occupata da potenze straniere quali Austria, Francia e Spagna tra il Quattordicesimo e il Diciannovesimo secolo.
Non sempre però, questa tradizione può essere compresa in contesti internazionali. In molti ricorderanno la gag dell’allora primo ministro italiano Silvio Berlusconi accolto dal presidente americano Barack Obama al G20 di Pittsburgh del 2009. Berlusconi fece roteare le mani in segno di apprezzamento nei confronti della moglie di Obama, Michelle. Un gesto forse più forte di molte parole.
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