Quest’estate è stata la più calda mai registrata e tutto fa pensare che il 2024 batterà ogni record di temperature: lo dice il servizio europeo Copernicus.
Di mese in mese, le temperature del 2019 continuano a battere ogni record. Dimostrando in modo inequivocabile l’avanzata del riscaldamento globale.
Dopo il giugno più caldo mai registrato in Europa e nel mondo, e dopo che luglio si è attestato come il mese più caldo della storia, anche ottobre 2019 batte l’ennesimo record. E solleva inevitabili preoccupazioni sulla rapida avanzata dei cambiamenti climatici, con le loro conseguenze pesantissime per gli ecosistemi del nostro fragile Pianeta.
A livello globale, le temperature di ottobre 2019 hanno superato di 0,69 gradi centigradi la media del periodo compreso fra il 1981 e il 2010. Anche se di poco, è stato l’ottobre più caldo degli ultimi quattro decenni, con una differenza minima rispetto allo stesso mese del 2015 (+0,01 gradi centigradi) e del 2017 (+0,09 gradi), che si collocano rispettivamente sul secondo e sul terzo gradino del podio. È quanto si legge nel bollettino mensile pubblicato da Copernicus Climate Change Service (C3S), l’agenzia europea che si occupa del monitoraggio del clima.
Si è registrato un caldo anomalo soprattutto nell’Artico, nel Medio Oriente e in gran parte del territorio nordafricano e russo; ma anche in Brasile, Africa meridionale, Australia e Antartico orientale. Temperature molto al di sotto della media, viceversa, nelle regioni degli Stati Uniti e del Canada che si affacciano sul Pacifico.
? October #temperature highlights from #Copernicus #C3S:
?️Globally, it was (narrowly) the warmest October in this record, at 0.69°C warmer than the average from 1981-2010
?️Much of Europe saw above-average temperaturesMore detail➡️https://t.co/Yf7ZbnPVv2 pic.twitter.com/YnP45hZRLM
— Copernicus ECMWF (@CopernicusECMWF) November 5, 2019
E in Europa? In questo caso il record di ottobre più bollente mai registrato spetta ancora a quello del 2001, seguito dal 2006; il 2019 si attesta al terzo posto, con temperature che superano comunque di ben 1,1 gradi centigradi la media registrata tra il 1981 e il 2010.
Scendendo nello specifico, si scopre che la colonnina di mercurio si è mantenuta sistematicamente al di sopra delle medie stagionali nella quasi totalità del Vecchio Continente; fanno eccezione soltanto i paesi scandinavi, la Gran Bretagna e le repubbliche baltiche.
Nel mondo, continua l’approfondimento di Copernicus, l’anno più torrido è stato il 2016 (0,63 gradi in più rispetto alla media), seguito dal 2017 (0,54 gradi) e dal 2018 (0,46 gradi). Nel periodo compreso tra novembre 2018 e ottobre 2019 le temperature hanno oltrepassato di 0,56 gradi centigradi la media del trentennio 1981-2010, attestandosi quindi 1,2 gradi centigradi sopra i livelli preindustriali. Con l’accordo di Parigi la comunità internazionale si era impegnata a fare tutto il possibile per restare entro gli 1,5 gradi, ma l’orizzonte temporale previsto era il 2100. E lo Special report 15 dell’Ipcc ci ha già messi in guardia: se verrà valicata questa soglia, gli effetti saranno gravi e irreversibili.
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