Se non ti opponi al Ceta, non ti voto

Il prossimo Parlamento avrà la maggioranza assoluta per bocciare un trattato pericoloso. 5504 candidati alle elezioni politiche si sono impegnati a bocciare nel prossimo Parlamento la ratifica del Ceta, l’accordo commerciale di libero scambio tra Europa e Canada che mette a rischio agricoltura, ambiente, diritti dei consumatori e dei lavoratori. Le adesioni degli aspiranti parlamentari sono

Il prossimo Parlamento avrà la maggioranza assoluta per bocciare un trattato pericoloso. 5504 candidati alle elezioni politiche si sono impegnati a bocciare nel prossimo Parlamento la ratifica del Ceta, l’accordo commerciale di libero scambio tra Europa e Canada che mette a rischio agricoltura, ambiente, diritti dei consumatori e dei lavoratori. Le adesioni degli aspiranti parlamentari sono state raccolte da Coldiretti su tutto il territorio nazionale, presso i mercati degli agricoltori di Campagna Amica, dalla campagna #NoCeta #NonTratto promossa da Stop TTIP / Stop CETA e dall’iniziativa di Fondazione UniVerde, TeleAmbiente e SOS Terra Onlus attraverso una chiamata all’azione lanciata ai candidati di tutti gli schieramenti: bocciare la ratifica del Ceta e cambiare l’agenda commerciale europea.

Poche settimane fa il commissario europeo agli Affari economici, il francese Pierre Moscovici, aveva dichiarato pubblicamente che una bocciatura del Ceta in uno dei Paesi dell’Unione non avrebbe fermato la sua applicazione. Un’affermazione di tale violenza politica mostra come su questo tema trafili un preoccupante autoritarismo.

Cos’è il Ceta

L’accordo economico e commerciale globale (Ceta) è un trattato di libero scambio tra l’Ue e il Canada negoziato di recente. È entrato in vigore in via provvisoria a settembre 2017 però per essere pienamente operativo dovrà essere ratificato dai singoli Parlamenti.

5504 candidati alle elezioni politiche si sono impegnati a bocciare nel prossimo Parlamento la ratifica del CETA, l’accordo commerciale di libero scambio tra Europa e Canada che mette a rischio agricoltura, ambiente, diritti dei consumatori e dei lavoratori. Le adesioni degli aspiranti parlamentari sono state raccolte da Coldiretti su tutto il territorio nazionale, presso i Mercati degli agricoltori di Campagna Amica, dalla campagna #NoCeta #NonTratto promossa da Stop TTIP / Stop CETA e dall’iniziativa di Fondazione UniVerde, TeleAmbiente e SOS Terra Onlus attraverso una chiamata all’azione lanciata ai candidati di tutti gli schieramenti: bocciare la ratifica del CETA e cambiare l’agenda commerciale europea.
5504 candidati alle elezioni politiche si sono impegnati a bocciare nel prossimo Parlamento la ratifica del Ceta, l’accordo commerciale di libero scambio tra Europa e Canada che mette a rischio agricoltura, ambiente, diritti dei consumatori e dei lavoratori. Le adesioni degli aspiranti parlamentari sono state raccolte da Coldiretti su tutto il territorio nazionale, presso i Mercati degli agricoltori di Campagna Amica, dalla campagna #NoCeta #NonTratto promossa da Stop Ttip / Stop Ceta e dall’iniziativa di Fondazione UniVerde, TeleAmbiente e SOS Terra Onlus attraverso una chiamata all’azione lanciata ai candidati di tutti gli schieramenti: bocciare la ratifica del Ceta e cambiare l’agenda commerciale europea.

Ma Coldiretti, con altre organizzazioni tra le quali la Cgil, Legambiente e Slow Food, ritiene che il Ceta non tuteli abbastanza i prodotti italiani, perché li mette sullo stesso piano rispetto a quelli, canadesi, che ne costituiscono l’imitazione, come il Parmesan rispetto al Parmigiano Reggiano. Per la prima volta nella storia l’Unione Europea legittima in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi. In definitiva, il Ceta sembra più un regalo alle grandi lobby industriali dell’alimentare, con riflessi pesantissimi sul tema della trasparenza e delle ricadute sanitarie e ambientali.

162 organizzazioni di tutta Europa hanno chiesto che la politica commerciale europea diventi più democratica.

In Italia, l’iniziativa “Se non ti opponi al Ceta, non ti voto” è il messaggio con cui la campagna Stop Ttip Italia, con i suoi comitati locali e oltre 250 organizzazioni tra cui Arci, Arcs, Ari, Assobotteghe, Attac, Cgil, Fairwatch, Greenpeace, Legambiente, Movimento Consumatori, Navdanya International, Slowfood, Terra! e Transform, chiede a tutti i candidati alle elezioni politiche del 4 marzo di “bocciare la ratifica del trattato di facilitazione commerciale tra Europa e Canada (Ceta) per riaprire un dibattito in Europa sui contenuti e le regole del commercio tra Ue e il resto del mondo a partire da diritti, ambiente e coesione sociale”.

Con il Decalogo per un commercio più giusto presentato sabato 10 febbraio a Milano presso il Cam in corso Garibaldi è partita una campagna che punta a costruire anche nel prossimo parlamento italiano un fronte compatto trasversale.

Nella legislatura appena conclusasi oltre 100 parlamentari di diversi schieramenti avevano aderito all’intergruppo No Ceta, perché preoccupati dell’impatto del trattato sulla nostra agricoltura e l’economia.

Ora, secondo una stima prudenziale, sulla base di tutti i sondaggi realizzati, dei capilista nei collegi plurinominali e dei candidati negli uninominali che hanno sottoscritto l’impegno, oltre 400 deputati e oltre 200 senatori eletti, saranno schierati per la bocciatura del Ceta. Hanno infatti aderito alla campagna #NoCeta tutti i candidati di MoVimento 5 Stelle, Liberi e Uguali, Lega, Fratelli d’Italia, Potere al Popolo, gran parte dei candidati nei collegi uninominali delle tre principali coalizioni e almeno un terzo dei potenziali eletti del Partito Democratico e di Forza Italia.

Il prossimo Parlamento, qualunque sarà la possibile maggioranza di governo, potrà avere una chiara maggioranza a favore della bocciatura del Ceta.

Il voto del Parlamento italiano potrà così salvare l’Europa dai pesanti effetti di questo pericolosissimo trattato che mette a rischio anche le scelte dell’Italia su Ogm e grano senza glifosato. Il nostro compito, all’indomani delle elezioni sarà quello di vigilare affinché le liste e i candidati mantengano la parola.

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