
Glifosato, la Commissione europea lo vuole autorizzare per altri dieci anni
Nonostante indicazioni contrastanti da parte degli studi, la Commissione europea non vuole applicare un principio di precauzione sul glifosato.
Il glifosato è uno dei diserbanti erbicidi più diffusi al mondo in campo agricolo, principio attivo del prodotto commerciale Roundup, di cui la multinazionale chimca Monsanto ha detenuto il brevetto di produzione fino al 2001. Normalmente viene spruzzato sulle colture, sui campi agriucoli come la soia, modificate geneticamente proprio per resistere a dosi copiose dell’erbicida. La storia del glifosato inizia negli anni Cinquanta, ma la sua commercializzazione con il nome di Roundup da parte della Monsanto è partita nel 1974 negli Stati Uniti come strumento per liberare i campi agricoli dalle erbacce. In Italia il glifosato viene usato in molte coltivazioni (non ogm, cioè senza organismi geneticamente modificati) come erbicida totale non selettivo, fitotossico cioè per tutte le piante. Eliminare il rischio di imbattersi nel diserbante è impossibile e ci vorranno decenni per liberarcene anche nel caso venisse bandito proprio perché il glifosato può essere presente negli alimenti d’importazione, come quelli che arrivano dal Canada che contengono grano duro fortemente contaminato durante il processo di essiccazione che viene eseguito in modo artificiale con il glifosato. I numerosi studi sugli effetti nocivi sulla salute dell’uomo e sull’ambiente giustificherebbero l’immediato divieto totale del suo utilizzo in agricoltura, in coerenza con gli obiettivi di riduzione dell’uso e del rischio dei pesticidi entro il 2030 indicato dal Green deal europeo. Per seguire tutti gli aggiornamenti, l’attualità sull’erbicida più usato al mondo, sugli effetti sulla salute e sull’ambiente e perché chi ama la Terra e la biodiversità vorrebbe bandirlo dai campi agricoli resta su LifeGate.
Nonostante indicazioni contrastanti da parte degli studi, la Commissione europea non vuole applicare un principio di precauzione sul glifosato.
Gli attivisti di Pan Uk spiegano come i pesticidi contribuiscono a causare i cambiamenti climatici e come l’aumento di temperatura richieda, a sua volta, un maggiore impiego di pesticidi.
Secondo l’Efsa, il glifosato non soddisfa i criteri scientifici per essere classificato come cancerogeno, mutogeno o reprotossico. Perché le ong ambientaliste non sono d’accordo.
Uno studio condotto in Francia indica una permanenza delle molecole dei pesticidi nei terreni maggiore rispetto a quanto finora immaginato.
Il divieto di vendita per il glifosato, imposto nel febbraio 2020, è stato annullato da una sentenza della giustizia amministrativa del Lussemburgo.
In tutti i fiumi, stagni e falde acquifere della Bretagna, in Francia, sono presenti pesticidi o nitrati. E le autorità rispondono alzando le soglie.
Nonostante non il mancato via libera dai paesi membri, la Commissione europea autorizzerà la commercializzazione del glifosato fino alla fine del 2023.
L’Unione europea deve decidere se prorogare l’utilizzo del glifosato. Mentre l’Italia ha votato sì, la coalizione CambiamoAgricoltura chiede lo stop definitivo al pericoloso erbicida.
Nuova sconfitta per il colosso Monsanto, di proprietà di Bayer, sulla vicenda del Roundup, diserbante a base di glifosato.
Per l’autorità europea i rischi per la salute collegati ai pesticidi nei cibi sono improbabili. Ma i valori di contaminazione, seppur nei limiti, sono in aumento. E poi c’è l’effetto cocktail.