Veterinaria dell'animale

Fisioterapia per gli animali, anche loro possono ritrovare il benessere con un metodo dolce

Anche per gli animali la fisioterapia può essere il metodo vincente per ritrovare la forma perduta.

La definizione di fisioterapia per gli animali fu data nel 1975 dalla veterinaria Ann Downer ed è ancora oggi, in un’epoca in cui si stanno riscoprendo le metodiche di riabilitazione “dolci”,  decisamente attuale: “Si tratta del trattamento di patologie o traumi mediante l’utilizzo di forze di origine naturale, come il freddo, il caldo, il massaggio, l’acqua, l’esercizio terapeutico, la luce, l’elettricità, le forze meccaniche”.

Anche in veterinaria, la fisioterapia segue i medesimi protocolli applicati agli umani e si avvale di metodologie di cura che riescono a far ritrovare al paziente la salute compromessa da patologie o traumi di varia natura. “L’obiettivo della fisioterapia è quello di riportare il paziente alle condizioni fisiche ottimali il più precocemente possibile, accorciando i tempi di degenza, accelerando i processi di guarigione dei tessuti lesionati, prevenendo le complicazioni provocate dall’inattività e dal disuso, contrastando le posture compensatorie anomale assunte nel tempo e favorendo il raggiungimento e il mantenimento di una qualità di vita migliore”, spiega la dottoressa Ludovica Dragone, medico veterinario.

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Un momento di una seduta di fisioterapia © Ludovica Dragone

Fisioterapia a quattro zampe per tanti problemi diversi

Ma quali sono i candidati ideali per le tecniche riabilitative fisioterapiche? I pazienti a quattro zampe che presentano generalmente problemi ortopedici e/o neurologici sono quelli più idonei. E tra le patologie ortopediche sicuramente la displasia dell’anca è quella su cui si interviene di più con la fisioterapia. “Ci troviamo quotidianamente a dover trattare cani affetti da questa malattia, sia soggetti anziani, in cui la sintomatologia è diventata manifesta e il dolore articolare si fa sentire alterando lo stile di vita, sia cuccioli in cui, considerata l’assenza di sintomi, si cerca di migliorare la massa muscolare per garantire un maggior benessere nel soggetto adulto e limitare il progredire della displasia”, continua la dottoressa Dragone.

Spesso, comunque, molti pazienti arrivano con patologie neurologiche e la gestione post-chirurgica dell’animale operato per ernie del disco è indubbiamente la situazione che vede il maggior numero di rappresentanti. La fisioterapia, inoltre, svolge un ruolo molto importante nel prevenire le alterazioni dovute all’eccessiva immobilizzazione (atrofia muscolare da disuso, ridotta mobilità articolare, alterazioni a livello osseo, tendineo e legamentoso, aderenze e contratture muscolari) ristabilendo una corretta funzionalità.

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Un piccolo paziente durante una seduta fisioterapica di idroterapia © Ludovica Dragone

Tecniche e metodologie

La fisioterapia in ambito animale include varie metodiche, alcune manuali, altre strumentali. Per quanto riguarda le metodiche manuali ci si può orientare sull’applicazione di freddo o calore superficiale, massaggi, esercizi passivi ed esercizi attivi. “Parlando di esercizi attivi con i nostri pazienti a quattro zampe, è indubbiamente estremamente utile l’utilizzo dell’idroterapia, e in particolare dell’underwater treadmill, un particolare tapis roulant immerso nell’acqua che consente al cane o gatto di muoversi nel migliore dei modi possibile, grazie anche all’aiuto del veterinario che assiste costantemente il paziente e lo aiuta nelle varie fasi riabilitative, garantendo sicurezza ed efficacia della terapia”, delucida Ludovica Dragone.

Le terapie che si incentrano sull’uso di metodiche strumentali si avvalgono sempre di tecniche non invasive come la tecarterapia, l’elettrostimolazione, gli ultrasuoni, la laserterapia, le onde d’urto e i campi elettromagnetici pulsati. “Sarà il veterinario curante a stabilire quali di queste metodologie applicare al paziente, tenendo conto della sua anamnesi e del tipo di patologia in atto”, conclude la dottoressa Dragone. La fisioterapia può essere impiegata per animali di qualsiasi dimensione e specie: dai cavalli ai gatti, dai cani ai conigli. Basta che il terapeuta stabilisca con il paziente a quattro zampe una modalità di fiducia e rispetto reciproci. I risultati ci saranno senz’altro. E saranno indubbiamente positivi.

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Le metodiche dolci della fisioterapia possono essere applicate a tutti gli animali: dai più piccoli come gatti e conigli, ai grandi come i cavalli © Ludovica Dragone

L’idroterapia, una metodica spesso vincente

Nel campo delle tecniche fisioterapiche un accenno merita senz’altro l’idroterapia, cioè l’impiego dell’acqua come modalità riabilitativa. “L’idroterapia è la forma migliore di esercizio aerobico a basso impatto, in quanto consente una buona mobilizzazione articolare e un lavoro muscolare notevole senza sottoporre a stress da carico le strutture articolari e tenomuscolari”, spiega ancora la dottoressa Dragone. “In acqua, anche i soggetti incapaci di sorreggere totalmente il proprio peso possono comunque muoversi, aumentando così il tono e la massa muscolare e prevenendo nel contempo l’atrofia, la rigidità e le contratture”.

L’idroterapia si può praticare in vari modi: in una semplice piscina con il nuoto, oppure si può chiedere all’animale di camminare in acqua con l’immersione nella vasca di un tapis roulant. “Per i fini riabilitativi il tapis roulant in acqua è decisamente più utile rispetto al semplice nuoto. Con l’underwater treadmill possiamo infatti letteralmente insegnare di nuovo al cane a camminare, con vantaggi notevoli rispetto a quelli ottenibili con una semplice nuotata”, aggiunge l’esperta. Questa metodica è particolarmente utile sia nei paziente neurologici (soprattutto in quelli paralizzati) sia in quelli ortopedici, in quanto aiuta a ridare forza agli arti debilitati e non li fa semplicemente “galleggiare” in acqua.

“Il metodo ci consente di aiutare il paziente facendo in modo che muova al meglio arti paretici o plegici che non sarebbe assolutamente in grado di attivare in autonomia”, continua Dragone. “Aiuta, inoltre, a rinforzare i muscoli realmente utili durante la deambulazione, portando l’animale a compiere un movimento più fisiologico con un ottimo lavoro muscolare, ma con discreto scarico del peso (con l’acqua a metà torace il paziente percepisce circa il 38 per cento del suo peso), garantendo sicurezza e nessuno stress a livello articolare né della schiena e della colonna vertebrale in generale.

Infine, solo grazie al lavoro con un underwater treadmill, riusciremo a correggere le posture alterate che sono state assunte come atteggiamento antalgico e compensatorio”. Un metodo vincente che spesso l’animale sofferente percepisce anche come una pausa divertente e distensiva nel tran tran quotidiano di cure e manipolazioni, e un modo sicuramente accettabile per far ritrovare benessere ai nostri amici in maniera dolce e non invasiva.

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