Nasce M9, il museo sostenibile di Mestre che racconta la storia del Novecento

Mestre diventa protagonista grazie a M9, il museo che racconta il Novecento e che dà nuova vita alla città attraverso un progetto di rigenerazione urbana sostenibile.

Un museo molto atteso, soprattutto dai cittadini che vedono, grazie a M9, il proprio territorio evolversi in qualcosa di completamente nuovo. M9 è infatti un distretto di rigenerazione urbana che affianca l’innovazione culturale e tecnologica al retail, all’intrattenimento e ai servizi. Tutto a Mestre, a pochi passi da Venezia. Un progetto con ottime basi perché costruito secondo criteri di architettura sostenibile. Da visitare per chi vuole capire il presente attraverso il secolo appena trascorso.

M9, perché a Mestre?

In molti dubitavano che questo progetto fosse portato realmente a termine, invece il 1° dicembre è stato inaugurato M9. L’idea di costruirlo infatti è nata ormai molti anni fa; poi nel 2010 venne lanciato il concorso internazionale per la progettazione e finalmente nel 2018 il museo diventa realtà. Un lungo percorso con uno scopo certo: testimoniare il secolo appena trascorso con metodologie moderne e insieme valorizzare il tessuto urbano problematico.

Un nuovo modo quindi di raccontare la storia, senza seguire le tradizionali logiche museali basate sull’esposizione di oggetti, ma sfruttando ogni frutto della modernità, risultato proprio del secolo che si indaga: visori che permettono la navigazione in ambienti 3D, dispositivi multi-touch, ologrammi, sistemi di focalizzazione del suono e ambienti immersivi. Questo polo museale mestrino sarà un costante work in progress che, nel tempo, si arricchirà di contenuti a partire da otto nuclei tematici tra storia, economia e società, indagati non solo a livello nazionale.

M9, però, non sarà solo un museo, ma il cuore di un “centro aperto” che comprenderà anche un’area dedicata ad attività commerciali e di svago, nel rispetto del tessuto urbano circostante e con l’ambizione di poterlo valorizzare, divenendone parte integrante. Rilancio del contesto esistente, partecipazione, eco/auto sostenibilità sono le idee che animano il progetto M9 e che potrebbero riportare Mestre, città troppo spesso sottovalutata, al centro di un dialogo vivo con i suoi abitanti e con un “pubblico” ben più ampio. In passato di Mestre infatti si è sempre parlato come una succursale povera e sbiadita della ben più sontuosa e scintillate Venezia: una zona industriale, ora depressa da quel punto di vista, che anche nel periodo di massimo sviluppo, aveva visto tutti i lati negativi del progresso. Urbanizzazione senza un vero piano, inquinamento, degrado culturale.

Ora, questo museo, vuole renderla protagonista, una meta principale e non di second’ordine, almeno per ciò che concerne il Novecento, secolo che l’ha cambiata a fondo.

M9
Una sala di M9 a Mestre, il Museo del Novecento©Alessandra Chemollo

8 sezioni per raccontare un secolo di contraddizioni

Le opinioni su M9 alla sua apertura sono le più varie, discordanti come spesso accade per ciò che è totalmente nuovo: inedito per la città di Mestre e anche per chi è legato alla tradizionale idea di museo. Questa infatti è la più frequente critica che abbiamo ascoltato da chi ha visitato M9: non vi è esposto nulla, o quasi, non è un museo, e forse 14 euro per un’esposizione “soltanto” multimediale, sono troppi. Altri, molti, ne sono entusiasti – tra questi i bambini – forse proprio perché sono loro a essere più abituati ai nuovi mezzi di comunicazione.

Una cosa però è certa: è qualcosa di innovativo ed entusiasmante, soprattutto per chi è curioso e nostalgico. Un viaggio adatto a tutti, per rivedersi o, per i più giovani, scoprire cosa è successo poco tempo fa. In ogni campo, sono infatti otto le sezioni che abbracciano tutte le sfere della vita dei cittadini, di un paese. Si parte con la sezione dedicata ai cambiamenti demografici, antropometrici e sociali della popolazione italiana per poi passare ai consumi, costumi e stili di vita in quella seguente.

La terza area indaga scienza, tecnologia e innovazione, ciò che in parte ci porterà allo sviluppo di economia, lavoro, produzione e benessere. Tutta una catena di cause e conseguenze che hanno fatto la storia di un secolo. Cambiamenti anche nei luoghi che sono esposti nella quinta sezione dedicata a paesaggi e insediamenti urbani, mentre dalla sesta sezione all’ottava si analizzano più gli aspetti culturali, politici e sociali: lo Stato, le istituzioni, la politica; educazione, formazione e informazione e infine nell’ultima tappa del viaggio multimediale e moderno del museo M9 siamo invitati a tuffarci in stereotipi e pregiudizi per capire quanto ci rappresentino davvero.

M9 Mestre museo
M9 sarà uno dei primi distretti italiani a ottenere la certificazione di sostenibilità ambientale ed energetica LEED Gold (Leadership in Energy and Environmental Design). ©Alessandra Chemollo

Sostenibilita di M9, dati e numeri

Lo studio tedesco che ha realizzato il progetto di M9 ha proposto edifici dalla volumetria coerente con l’impianto urbano, mettendo in dialogo il nuovo con il preesistente e disegnando nuovi spazi pubblici e percorsi che assicurano la permeabilità e fruibilità dell’area. L’intervento ha visto la realizzazione di tre nuovi edifici, il recupero di un ex convento tardo cinquecentesco, inclusi i due corpi di fabbrica annessi, e la ristrutturazione di un edificio direzionale degli anni Settanta. Il colore è la caratteristica distintiva dei rivestimenti esterni: le ceramiche policrome – 20mila – riprendono i colori tipici del contesto circostante, in un gioco di cromie che qualificano i nuovi edifici.

M9 si distingue inoltre per le soluzioni strutturali all’avanguardia che permettono di ridurre il fabbisogno energetico e la produzione di CO2: 86mila kW l’energia solare che sarà prodotta mediamente in un anno dai 276 pannelli fotovoltaici presenti, 63 le sonde del campo geotermico a 110 metri di profondità che garantiscono il 100 per cento del riscaldamento invernale e il 40 per cento del raffrescamento estivo del museo.

Il museo incoraggia inoltre la mobilità sostenibile collegandosi con le piste ciclabili, tra cui quella che unisce direttamente a Venezia, i percorsi pedonali e i collegamenti pubblici per il centro città, la stazione e l’aeroporto.

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