Maria Giovanna Zanella vince il Premio Cairo 2025 con un’opera deperibile sull’accettazione della natura umana

Mentre il Premio Cairo 2025 prosegue il suo impegno per l’ambiente calcolando e compensando le emissioni dell’evento, si aggiudica la vittoria una scultura di pane.

Sono sculture, ma forse è improprio definirle così: sono forme che ritraggono dei corpi, quelle che Maria Giovanna Zanella ha costruito e assemblato con del pane e che si sono aggiudicate la vittoria del Premio Cairo 2025. Pane che lei stessa ha impastato e cotto, in un forno che ha costruito appositamente per realizzare la sua opera: Buoni. “Sono una pittrice, ma lo scorso inverno non avevo più voglia di dipingere, al contrario mi era preso il desiderio di stare in cucina, di godermi il calduccio mentre me ne stavo lì a fare il pane”. L’artista racconta così la genesi della sua opera, che volontariamente ha scelto di non proteggere dall’inevitabile marcescenza: “È un miracolo che stia ancora su. Anche perché ho dovuto realizzarla tre mesi fa per essere in tempo per il premio. Ho deciso però di non metterci sopra nulla che la preservi: quindi prima o poi morirà, come tutti noi. A pensarci è un lavoro titanico quello di andare contro la natura e il totale deperimento delle cose. Mi sono stupita infatti, sono stati coraggiosi ad accettare in concorso un’opera che inevitabilmente si distruggerà”.

Premio cairo
“Buoni” è l’opera di pane con cui Maria Giovanna Zanella si è aggiudicata il Premio Cairo © Premio Cairo

L’intero lavoro di Zanella ruota intorno al concetto di accettazione, a partire dal soggetto che ha scelto di ritrarre. “La questione del corpo è sempre stata centrale e pregnante per me fin dagli inizi della mia carriera artistica: ricordo un momento preciso in cui, cazzeggiando su PornHub, sono finita su un canale XXL e ho riflettuto sul fatto che trovassi tutto estremamente romantico. Per me è cruciale riflettere sulla tematica dell’accettazione della mostruosità che tutti abbiamo dentro e di tutti i modi in cui possiamo stare al mondo. È molto interessante rifiutare il dogmatismo e il politically correct nella nostra società: è per questo che uso il pane, che è un materiale deperibile e in continuo mutamento. È l’antitesi del fascismo. Se vogliamo contestualizzare un po’, infatti, viviamo in un tempo di contraddizione, dove  la contrarietà delle posizioni viene costantemente strumentalizzata. È per questo che ho intitolato l’opera Buoni: perché credo che il modo in cui strumentalizziamo le infinite possibilità dell’essere umano sia uno dei grandi mali della nostra società, che viene poi estremizzato dai social network. Torniamo al sesso, all’amore e al pane, che sono cose semplici”.

La consegna del Premio Cairo 2025 e la motivazione

Sul palco di questa ventiquattresima edizione del Premio Cairo per annunciare il vincitore c’era il presidente e ideatore del premio nel 2000, Urbano Cairo, insieme al direttore del magazine Arte Michele Buonomo, e il presidente del Museo della Permanente Emanuele Fiano, che ha fatto gli onori di casa ricordando come lo spazio espositivo sia stato il primo a vedere la luce a Milano, nel 1886. “Per la capacità di restituirci all’essenzialità della vita, con materiale semplice e con modo lieve”: con queste parole Urbano Cairo ha consegnato il 24esimo premio Cairo a Maria Giovanna Zanella, congratulandosi però con tutti i partecipanti e con la redazione del magazine Arte che li ha selezionati, perché mai come quest’anno è stato impressionato dalle opere in concorso. “Le ho trovate veramente bellissime e accomunate, pur nelle caratteristiche disciplinari molto diverse tra loro, dal sentire il tempo in cui viviamo”, ha spiegato Cairo.

PREMIO CAIRO
Maria Giovanna Zanella riceve il premio Cairo © Premio Cairo

Quanto alla tecnica scultorea, non è altro che un impasto di acqua e farina messo in forma: “Mi sono ritrovata ad agosto a costruire un forno col flessibile nella campagna toscana perché avevo fatto opere di pane, ma non così grandi: tutto questo fa parte del mio concetto di flessibilità. Il bello, infatti, è che non sai come sarà l’opera definitiva, perché le crepe che si formano nella cottura sono imprevedibili”, ha precisato Zanella.

Il premio Cairo 2025 e l’impatto ambientale

Per il quarto anno consecutivo, e grazie alla collaborazione con LifeGate, media partner dell’evento e al suo servizio di consulenza con Climate Action, le emissioni prodotte durante la serata inaugurale del 13 ottobre sono state calcolate, ridotte e opportunamente compensate attraverso l’acquisto di crediti di carbonio certificati secondo lo standard VCS. Questo impegno sostiene progetti che contribuiscono alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla tutela del clima e dell’ambiente. Un evento culturale come il Premio Cairo 2025 produce produce infatti CO₂e da consumi energetici e allestimenti, mobilità di artisti e ospiti, catering e rinfreschi, gestione dei rifiuti. Poiché non è sempre possibile ridurre preventivamente tutte le emissioni, quelle inevitabili sono state compensate attraverso la partecipazione a uno dei progetti certificati Verra, che produce energia solare rinnovabile, contribuendo a ridurre le emissioni di CO₂ e promuovere la sostenibilità energetica.

Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Articoli correlati
A Nuova Delhi un murales contro i cambiamenti climatici realizzato con lo smog

Scienza, arte e attivismo. Sono queste le parole che ben descrivono l’attività di Andreco, artista italiano di formazione scientifica, che divulga temi complessi come i cambiamenti climatici attraverso le arti visive. L’ultima opera è un gigantesco murales realizzato nel Lodhi Art District a Nuova Delhi intitolato Climate 05 – Reclaim Air and Water, che rappresenta