Cosa sono le polveri sottili e i metalli pesanti

Polveri sottili e metalli pesanti sono inquinanti che intaccano la nostra salute. Il nostro organismo le assorbe tramite la respirazione e l’alimentazione

Le polveri sottili Pm-10 e Pm-2,5

Sono particelle solide o liquide di dimensioni abbastanza piccole così da rimanere sospese nell’aria e venire quindi inalate con il respiro. Si classificano in base al diametro: se è maggiore di 30 micron le particelle sono meno dannose perché cadono a terra (sono pesanti), mentre quelle più piccole possono rimanere sospese nell’aria per giorni e anche per settimane.

Tutte le combustioni producono polveri sottili.
Tutte le combustioni producono polveri sottili. Il motore a scoppio ne è il principale produttore. (© GettyImages)

Le polveri sottili vengono prodotte principalmente con la combustione dei derivati del petrolio, del carbone e anche della legna. In ogni caso, l’inquinamento da polveri sottili è dovuto essenzialmente al traffico autoveicolare, soprattutto dei mezzi che utilizzano il carburante diesel, segue il riscaldamento domestico, soprattutto quando viene utilizzato come combustibile il gasolio. Per questo motivo l’inquinamento da polveri sottili ha un andamento stagionale con dei picchi nella stagione fredda.

Metalli pesanti ed altri inquinanti

I metalli inquinanti sono metalli con una densità elevata; si dividono in due tipi: quelli tossici all’organismo anche in quantità piccolissime come ad esempio il piombo e il mercurio e metalli pesanti che per essere dannosi devono avere concentrazione più elevata come alluminio, rame, cromo, manganese. I canali principali con cui arrivano al nostro corpo sono ancora una volta le vie respiratorie e l’alimentazione.

I metalli pesanti si respirano anche ogni volta che si vernicia o che si toglie vernice, si scartavetra, si lavora con collanti, diluenti e poi arrivano attraverso l’alimentazione.

Nelle pentole antiaderenti con  danni al rivestimento antiaderente (ovvero con il fondo rovinato)  il metallo sottostante viene scoperto e può disperdere inquinanti durante la cottura dei cibi. Anche il rivestimento stesso delle pentole è dannoso: l’acido perfluoroctanico (Pfoa), usato nella produzione del teflon, è cancerogeno; ovviamente in questo caso non stiamo parlando di metalli pesanti.

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I contenitori in alluminio non a norma rilasciano metalli pesanti, inquinando il cibo contenuto. (© Anke Wittkowski / EyeEm)

Le vecchie stoviglie di alluminio rilasciano alluminio ed alcuni metalli pesanti usati come alleganti dell’alluminio (zinco, nichel ed altri) che possono rivelarsi dannosi per l’uomo. Anche i contenitori di alluminio usati in rosticceria per mettere il cibo pronto, rilasciano metalli pesanti per questo non andrebbero usati. Per ridurre questo problema sono state sviluppate delle leghe speciali di alluminio destinate al settore alimentare.

Un’altra fonte di metallo pesante dal terreno che, attraverso le piogge acide (nuvole caricate di tutti gli inquinanti che c’erano nell’aria) assorbe un po’ di metallo pesante che intanto inquina la falda acquifera e si deposita compromettendo tutto quello che sta nascendo. Poi c’è il percorso dell’acqua: i nostri acquedotti ci forniscono acqua potabile, depurata, controllata che passando per tubature molto spesso fatte di piombo e di rame si “arricchisce” di metalli pesanti.

L’acqua poi si utilizza per bere, per fare il tè e il caffè, si cuoce la pasta purtroppo anche se si fa bollire, il metallo pesante rimane e il cibo è contaminato. L’ideale sarebbe porre un filtro sotto il lavandino (esistono in commercio filtri che trattengono i metalli pesanti) oppure cucinare utilizzando l’acqua minerale, soprattutto per preparare tè o caffè e per cuocere le verdure (assorbono tutti i metalli pesanti contenuti nell’acqua, agendo come una spugna).

Poi c’è l’amianto: i freni a disco più vecchi lo contengono. E non solo, questa sostanza dannosissima, si trova ancora nelle vecchie case, adoperato come isolante. Nel Veneto ci sono ancora acquedotti con tubature in amianto

I danni alla saulte causati dalle polveri sottili e i metalli pesanti

Le polveri sottili sono nell’aria che respiriamo, arrivano al nostro organismo principalmente attraverso le vie respiratorie causando anche raffreddori ricorrenti, sinusiti, tosse, bronchiti, asma… Purtroppo quelli che soffrono di più sono i bambini che non hanno ancora un sistema immunitario di difesa completamente formato in grado di contrastare le polveri sottili che viaggiano proprio ad altezza bambino.

A essere colpiti in primis sono l’apparato respiratorio (si depositano sui bronchi), l’apparato digerente (appesantiscono il lavoro del fegato, stomaco ed intestino), l’apparato cardiocircolatorio ( entrano nel sangue e nella circolazione con un sovraccarico del cuore che deve pompare in più un carico di metallo), inoltre se non bastasse, danneggiano il sistema nervoso (la tipica intossicazione da metallo pesante provoca irritabilità, depressione, insonnia, mal di testa, ecc…).

polveri sottili e metalli pesanti colpiscono i più piccoli
I danni da inquinamento da polveri sottili e metalli pesanti colpiscono principalmente i più piccoli. (© Imgorthand / GettyImages)

 

Purtroppo i bambini sono quelli più esposti a questi danni, nel loro caso l’intossicazione da piombo è talmente grave che può rallentare il processo di apprendimento cerebrale e causare danni alla vista.

La medicina quantistica  per curare queste intossicazioni

Per evitare i danni delle polvere sottili e dei metalli pesanti bisogna partire dalla prevenzione (mangiare naturale, possibilmente biologico, purificare l’acqua, lavare con detersivi poco aggressivi, camminare in zone non trafficate, usare mascherine tipo quelle dei carrozzieri se si è costretti a stare in mezzo al traffico). Per depurare il nostro organismo possiamo ricorre alla biorisonanza, una tecnica della medicina quantistica, una branca della medicina olistica.

Come funziona la biorisonanza

Partiamo dalla risonanza, un fenomeno fisico per cui quando ci sono due entità, due grandezze, due qualsiasi cosa, che emettono la stessa frequenza di vibrazione… basta mettere in vibrazione una di queste che anche l’altra risuona e si mette a vibrare (es. diapason). Un’altro esempio riguarda i circuiti di risonanza nei circuiti elettrici come la radio. Quando cerchiamo una stazione radio caratterizzata da una sua particolare frequenza cosa facciamo? Giriamo una manopola e andiamo ad individuare la frequenza che vogliamo ascoltare.

La biorisonanza agisce sul campo magnetico per evitare i danni da polveri sottili e metalli
La biorisonanza agisce sul campo magnetico del nostro corpo. (© Pobytov / GettyImages)

Nel momento in cui la intercettiamo si ha risonanza fra il circuito trasmettitore e il circuito ricevitore e si percepisce il suono. La biorisonanza funziona nello stesso modo, tutto avviene però nell’organismo. È stato provato ormai da anni che le nostre cellule funzionano come trasmettitori e ricevitori, come un circuito in grado di risuonare. Più in dettaglio: all’interno della cellule c’è il DNA attraverso cui le cellule possono trasmettere dei segnali sotto forma di vibrazione, di frequenza comunicando fra di loro mediante messaggi vibrazionali, onde elettromagnetiche.

In realtà il nostro organismo è proprio una rete di comunicazione fra le cellule, gli organi e i vari apparati, una rete che va a costituire un sistema di autoregolazione.

Come si interviene in caso di intossicazione da polveri sottili e metalli pesanti

Dall’esterno, grazie ad apparecchi particolari, siamo in grado di sintonizzarci sulla frequenza di una cellula, un organo, un tessuto e, nel momento che abbiamo “agganciato” la frequenza dell’organo, il gioco è fatto! Il meccanismo è il medesimo per la sintonizzazione dei canali radio: una volta che ho sintonizzato la frequenza posso abbassare/alzare il volume, separare i suoni, registrare… La stessa cosa vale per la biorisonanza: l’importante è “agganciare” la risonanza con quell’organo, il tessuto, la cellula… poi possiamo potenziare la sua funzionalità e se c’è una patologia possiamo ridurre il danno, dipende dalle necessità.

Nel caso dell’intossicazione da metalli pesanti il percorso si divide in due tempi: nella prima parte si va ad “agganciare” tramite la risonanza i metalli pesanti che hanno una loro propria frequenza (sono formati da atomi e come tali vibrano), in questo caso entriamo in risonanza con questi metalli e utilizziamo la vibrazione per staccarli da dove si trovano, li portiamo a muoversi, li mobilitiamo così entrano in circolo nel sangue. Gli organi deputati ad eliminare queste sostanze tossiche sono il fegato e i reni; allora nella seconda parte del lavoro entreremo in risonanza con i questi organi e li potenzieremo, aiutandoli a lavorare meglio e di più.

Come avviene la seduta di biorisonanza

Prima viene fatta una visita medica completa utilizzando anche tecniche di biorisonanza diagnostiche, poi si usa questa apparecchiatura con elettrodi posizionati opportunamente. Ad esempio, poniamo di voler disintossicare il fegato: un elettrodo sarà posto sul fegato, l’altro sulla ghiandola del timo perché è la ghiandola che dà l’impulso al fegato per lavorare. L’apparecchiatura lavora in due tempi, nel primo tempo raccoglie le frequenze dell’organismo, ne fa uno spettro e analizza con quale frequenze sto lavorando (si vede ad es. se la frequenza del fegato è troppo bassa/alta perché esiste un “range” uguale per tutti). Nella seconda parte l’apparecchio restituisce all’organismo le sue frequenze riequilibrate.

Si può affermare che la biorisonanza è una terapia che lavora esclusivamente con le frequenze del nostro corpo, per questo motivo non ha nessuna controindicazione: non c’è niente di esterno che viene introdotto nel corpo, si analizzano le frequenze, si riequilibrano e si restituiscono all’organismo, niente più.

Un ciclo di terapie di disintossicazione prevede non più di 1 una seduta alla settimana per dare il tempo all’organismo di smaltire le tossine che entrano in movimento. Per la quantità delle sedute non esiste un numero fisso, è legato alla persona, alle sue condizioni fisiche, come reagisce, qual’è il suo indice di intossicazione. Tra una seduta e l’altra l’organismo viene aiutato prescrivendo dei prodotti omeopatici, naturali.

L’organismo nel periodo di disintossicazione sta bene, si sta ripulendo, ci sono degli accorgimenti particolari da seguire (ad es. bere tanto acqua per espellere le tossine che tramite la terapie ho messo in movimento, non bere alcolici per non sovraccaricare il fegato). L’apparecchio ha la capacità di sintonizzarsi sul singolo inquinante dopo aver verificato se in effetti è il responsabile dell’intossicazione. L’apparecchiatura è anche diagnostica per scoprire ad esempio la funzionalità dei vari organi. In effetti prima che la sintomatologia diventi eclatante c’è comunque un segnale di disturbo elettromagnetico, un segnale energetico attraverso cui posso individuare qualsiasi cosa prima che venga manifesto, anche a livello neuronale.

Questa è la cosa interessantissima della medicina quantistica: vedere il disturbo nell’organismo prima che questo si trasformi in patologia e diventi manifesto.

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