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La proposta di togliere la scadenza all’autorizzazione delle sostanze attive dei pesticidi è contenuta in un pacchetto semplificazione della Commissione. Per gli ambientalisti in questo modo il profitto dell’industria prevale sulla salute.
L’utilizzo delle sostanze chimiche nei pesticidi nell’Unione europea è soggetto ad autorizzazioni che hanno una scadenza (solitamente dieci o quindici anni) e che di volta in volta vengono rinnovate o negate. Ora la Commissione europea sta valutando di rendere illimitate nel tempo le autorizzazioni per le sostanze attive utilizzate nei pesticidi, con alcune eccezioni, come ad esempio per i componenti che possono destare “preoccupazione per la salute umana o animale o per l’ambiente”.
Secondo quanto emerge dalla bozza del pacchetto di semplificazione in materia di alimenti e mangimi che l’esecutivo europeo dovrebbe adottare il 16 dicembre, la proposta nasce dalla considerazione che la maggior parte delle sostanze attive approvate ha già superato almeno un processo di rinnovo e che le nuove dovrebbero avere proprietà tossicologiche ed ecotossicologiche migliori.
Eventuali limiti di tempo per le approvazioni potranno essere stabiliti se ritenuto opportuno “per garantire un elevato livello di protezione della salute umana e animale e dell’ambiente”. Commissione e Stati membri potranno inoltre selezionare periodicamente un numero di sostanze attive per le quali avviare una procedura di rinnovo completa, mantenendo la possibilità di revisioni ad hoc.
Tra gli altri interventi di semplificazione, la Commissione vuole intervenire anche per accelerare l’accesso al mercato Ue per le sostanze e i prodotti di biocontrollo, ovvero le alternative naturali ai pesticidi chimici, “attraverso una chiara definizione per la loro identificazione” e dando priorità alle procedure di approvazione e autorizzazione di tali sostanze.
Per Pesticide action network Europe, ong che lavora contro l’utilizzo dei pesticidi e per proporre soluzioni alternative, con questa decisione la scienza verrebbe abbandonata a favore degli interessi dell’industria, che prevarrebbero sull’importanza della salute e dell’ambiente. Quella che viene chiamata semplificazione, secondo gli attivisti, sarebbe in realtà una deregolamentazione. La proposta garantirebbe un’approvazione europea a tempo indeterminato per le sostanze attive dei pesticidi, disincentivando l’industria a esaminare ulteriori effetti negativi sulla salute o sull’ambiente ed eliminando al contempo l’obbligo per gli Stati membri di considerare le più recenti prove scientifiche indipendenti durante le autorizzazioni nazionali dei prodotti fitosanitari.
“Pesticidi altamente tossici come il chlorpyrifos, che influisce sullo sviluppo cerebrale dei bambini, o il mancozeb e il thiacloprid, che compromettono la riproduzione, o il Pfas flufenacet, che altera il sistema endocrino, non sarebbero mai stati vietati con un sistema così indebolito. Allo stesso modo, i neonicotinoidi deleteri per le api sarebbero ancora in uso oggi”, ha commentato la direttrice scientifica di Pan Europe, Angeliki Lyssimachou.
Il direttore esecutivo di Pan Europe, Martin Dermine, ha affermato: “La Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare della Commissione europea con questa mossa sta cercando di riportare l’Europa indietro di oltre 30 anni, a un’epoca in cui la tossicità dei pesticidi veniva a malapena valutata per la protezione dei cittadini e dell’ambiente. Ignorando le più recenti prove scientifiche e mantenendo i pesticidi vietati sul mercato più a lungo, la Commissione ci sta conducendo verso un’epoca buia in cui la scienza viene trascurata e il profitto viene anteposto alla salute pubblica e alla tutela dell’ambiente”. Inoltre, secondo Dermine, “la Commissione sta utilizzando l’accesso al mercato di un maggior numero di alternative di biocontrollo come cavallo di Troia per smantellare gli elementi fondamentali della protezione dai pesticidi garantita dal regolamento dell’Ue”.
Lo scorso ottobre, 138 organizzazioni della società civile, scientifiche, idriche e agricole di tutta Europa hanno scritto alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per migliorare l’applicazione della legislazione della Ue sui pesticidi, denunciando qualsiasi tentativo di indebolirla.
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Intanto in questi giorni, l’Osservatorio Agrofarma ha diffuso dei dati secondo cui tra il 2021 e il 2023 in Italia le vendite di prodotti fitosanitari sono calate del 18 per cento rispetto al triennio 2012-2014, una riduzione più marcata rispetto a quella degli altri Paesi europei. Dall’altra parte sostanze a basso rischio, principi attivi di origine biologica e sostanze attive non chimiche registrano una crescita del +133 per cento nello stesso periodo.
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