Il glifosato autorizzato per altri dieci anni in Europa

Nonostante studi contrastanti sugli impatti sanitari, e malgrado la divisione dei paesi membri, l’Unione europea ha autorizzato ancora l’uso di glifosato.

La Commissione europea ha deciso di procedere autonomamente alla concessione di una nuova autorizzazione al commercio di prodotti a base di glifosato, per ben dieci anni. In mancanza di un accordo sul tema tra gli stati membri, l’organismo esecutivo di Bruxelles ha deciso di esercitare il proprio diritto di aggirare il mancato via libera dei governi.

L’Italia si sarebbe astenuta sul glifosato

Esattamente come già capitato in occasione del primo voto del 13 ottobre, non è stato infatti possibile trovare una maggioranza qualificata tra i governi, in grado di approvare la nuova autorizzazione. Sarebbero stati necessario quindici stati su ventisette, capaci di rappresentare almeno il 65 per cento della popolazione. Ma sette Paesi, compresi Francia, Germania e Italia, si sarebbero astenuti secondo quanto indicato dalla stampa internazionale, che cita fonti diplomatiche. Ad essi si aggiungono tre governi contrari, tra i quali il Lussemburgo.

Un flacone di Roundup, diserbante a base di glifosato prodotto dalla Monsanto
Un flacone di Roundup, diserbante a base di glifosato prodotto dalla Monsanto © Scott Olson/Getty Images

In una situazione del genere, con due tentativi di approvazione falliti, la Commissione aveva a disposizione due opzioni: accettare il fatto che non c’è una maggioranza abbastanza ampia, che si tratta quindi di una questione ancora troppo divisiva, prendere atto della mancanza di consenso e decidere perciò di ritirare il provvedimento. Oppure forzare la mano e agire motu proprio. Cosa che, appunto, ha scelto di fare.

La soddisfazione di Bayer, colosso produttore del Roundup

Si è dunque scelto di non privilegiare un principio di precauzione, di fronte ad una situazione nella quale, per lo meno, le posizioni assunte dalla comunità scientifica sono anche molto diverse. Come noto, infatti, lo Iarc, organismo che fa capo all’Organizzazione mondiale della sanità, dal 2015 considera il glifosato come una molecola “probabilmente cancerogena”.

Da parte del gruppo che più di tutti era coinvolto nella questione – la multinazionale tedesca Bayer, che ha ereditato dalla Monsanto (acquisita nel 2018) la produzione del Roundup, principale diserbante e base proprio di glifosato – la notizia è stata ovviamente accolta con grande soddisfazione. “Questa nuova autorizzazione – ha spiegato il colosso della chimica – ci permette di continuare a fornire agli agricoltori di tutta l’Unione europea uno strumento importante”. E certamente non sicuro al 100 per cento dal punto di vista dei possibili impatti sulla salute.

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