
Rigenerazione e salute. Sono le parole chiave che è tempo di sovrascrivere a quelle attuali di impoverimento e degrado, imposte dall’agricoltura intensiva. Una sostituzione che scuote equilibri e merita attenzione.
È il parere espresso dalla Corte di giustizia europea su un caso riguardante la Francia, che aveva vietato alcuni neonicotinoidi.
I paesi dell’Unione europea possono vietare l’utilizzo di pesticidi, anche se questi sono autorizzati dall’Europa. E lo possono fare anche con provvedimenti urgenti, a patto che abbiano precedentemente espresso la loro preoccupazione relativa alle sostanze alla Commissione europea. È il parere espresso da una sentenza della Corte di giustizia europea dell’8 ottobre relativa a un caso in Francia.
Nel febbraio 2017, la Francia aveva inviato alla Commissione europea una notifica esprimendo le proprie preoccupazioni su alcune sostanze della famiglia dei neonicotinoidi, molto nocivi per le api. La Commissione aveva risposto alla Francia che condivideva queste preoccupazioni e che stava valutando l’attuazione di nuove restrizioni, dopo aver ricevuto le conclusioni dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Nel maggio 2018 la Commissione aveva adottato quindi tre regolamenti di esecuzione per vietare l’uso di imidacloprid, clothianidin e tiametossam e su questa scia, nel luglio dello stesso anno, la Francia aveva pubblicato un decreto per vietare queste tre sostanze più altre due, acetamiprid e tiacloprid.
A seguito della decisione, l’Union des industries de la protection des plantes (Uipp), l’associazione che riunisce i produttori di agrofarmaci, aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato francese chiedendo l’annullamento del provvedimento in quanto in contrasto con il regolamento europeo n. 1107/2009 che armonizza l’autorizzazione delle sostanze attive e dei prodotti fitosanitari nei 27 Stati membri. Il Consiglio di Stato francese aveva interpellato a sua volta la Corte di giustizia europea che lo scorso ottobre si è dunque pronunciata a favore del governo francese concludendo che gli Stati membri possono “adottare misure protettive unilaterali se hanno precedentemente sollevato preoccupazioni su una sostanza attiva con la Commissione e la Commissione non adotta misure protettive”.
Il parere della Corte di giustizia europea rappresenta un precedente giuridico a cui si potrà fare riferimento per casi simili. “Gli Stati membri spesso si nascondono pubblicamente dietro la Commissione europea e affermano che solo l’Europa può vietare un pesticida”, ha dichiarato a Euractiv Martin Dermine, responsabile della politica sanitaria e ambientale presso il Pesticide action network Europe (Pan), “Questa sentenza conferma invece che i governi possono legalmente essere più protettivi nei confronti dei loro cittadini e dell’ambiente”.
Il paradosso è che la sentenza della Corte di giustizia europea è arrivata negli stessi giorni in cui l’Assemblea nazionale francese ha approvato un progetto di legge che permette ai coltivatori di barbabietole da zucchero di reintrodurre in deroga i pesticidi neonicotinoidi. L’intento è quello di sostenere la filiera dello zucchero, alimento di cui la Francia è il principale produttore europeo, che nel 2020 ha subito una flessione. Dopo il voto favorevole dell’Assemblea nazionale, anche il Senato ha dato il via libera al provvedimento lo scorso 27 ottobre. Ora la misura tornerà in Assemblea per il secondo voto.
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