Quando si dice “zucca vuota”…

Le zucche si trasformano in carrozze nelle fiabe e in mostri il giorno di Halloween. Ma nel mondo reale sono state utilizzate dalla civiltà per mille usi.

Esistono in pratica zucche per ogni uso, oltre a quello alimentare:
rituale, religioso, medicinale, decorativo e ludico, per i quali
con le zucche sono stati creati utensili come ciotole e bottiglie o
strumenti musicali. Ma una zucca molto più creativa delle
altre ha dato vita ad un utilizzo davvero originale.
E’ il caso della luffa (Luffa cylindrica della famiglia delle
cucurbitacee), un vero e proprio miracolo della
biodiversità.

Inizialmente cresce assomigliante a un comune cetriolo e come tale
viene consumato in Estremo Oriente. Anche le sue foglie abbondanti
sarebbero molto utili come foraggio per l’alimentazione animale. Ma
la luffa non contenta di questi “normali” usi ha deciso di fare di
più: mano a mano che cresce, il suo frutto, che raggiunge i
50 cm. di lunghezza, sviluppa al suo interno una fibra simile, per
resistenza e densità dei filamenti, a quelle sintetiche. Una
volta completamente maturato ed essiccato la sua buccia si sfoglia
e rimane una vera e propria spugna naturale che come tale
può essere usata sia per l’uso cosmetico che per quello di
cucina. Da qualche anno questo tipo di spugna è stata
oggetto di interesse commerciale e ha fatto la sua comparsa nei
punti vendita di prodotti naturali. Ma chi pensasse alla luffa come
a una novità si sbaglia.

Da molti decenni essa è conosciuta e coltivata
tradizionalmente in Italia e ancora gli anziani agricoltori se la
ricordano – come accertato dalle ricerche dei seed savers di
Civiltà Contadina – sia in Romagna sia in Sicilia, dove ne
sono stati trovati anche i semi, a testimonianza della sua
diffusione. I confini di uso della sua fibra non sono stati ancora
valutati con cura, ma al momento se ne conosce l’utilizzo anche per
la realizzazione di filtri per oli industriali, nella fabbricazione
di materassi e cuscini, come isolante termico e fonoassorbente in
bioedilizia e infine per l’estrazione di un utile medicinale
antistaminico.

In provincia di Bologna verrà destinata una superficie di
oltre 20 ettari di terreno al recupero di questa coltura
tradizionale, così ecologica e utile, vera dimostrazione di
quanto la natura ci possa stupire con la sua straordinaria
fantasia.

Alberto Olivucci
Coordinatore dei seed savers di Civiltà Contadina

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