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Le emozioni non si controllano. Quando arrivano sono loro a controllare te. Ma tu puoi controllare che cosa sentire e, quando lo fai, le tue emozioni scompaiono.
Nel momento in cui sei in uno stato “emotivo”, se ti distanzi un
po’ dall’emozione e dici: “Mi sento arrabbiato”, in quel momento
stai cominciando a togliere forza all’emozione. E’ come se, facendo
un passo indietro rispetto all’emozione, dicessi: “Guarda che qui
c’è rabbia e la sento”. Se continui a osservarla, il che
significa che stai prendendo le distanze, l’emozione
scomparirà. Tutte le emozioni svaniscono quando sono
osservate. Quando osservi le tue emozioni stai ritornando nel tuo
sé. Ed è qui che trovi la tua pace e ti senti in
pace. Nel far ciò comincerai a scegliere che cosa sentire e
pertanto a padroneggiare i tuoi sentimenti.
L’emozione è sempre il risultato di qualche forma di
attaccamento. Non potrai scegliere i tuoi sentimenti finché
non avrai imparato a distaccartene. Sentire è percepire al
tatto. Quando tocchi qualcosa di fisico, lo percepisci, lo senti,
usando i tuoi sensi fisici. Ma si “sente” anche a livello mentale,
quando percepisci (interpreti) idee e intuizioni. E’ come se le
percepissi con il tuo intelletto e ti dicessi (o dicessi ad altri):
“Si, questo lo sento logico” oppure “sì, sento che questo
è giusto”.
Si può anche sentire a livello spirituale quando si
colgono le vibrazioni di un’altra persona. Senti il suo stato
d’animo o la sua motivazione, che sono completamente invisibili e
intangibili. Ma il sentimento più profondo, a livello
spirituale, è quando siedi in tranquillità per un
momento, rivolgi la tua attenzione interiormente e riesci a
percepirla pacifica e amabile. Quando senti la tua pace interiore e
la tua indole affettuosa, stai semplicemente sentendo, percependo,
toccando il tuo sé a livello spirituale. Sei in “con-tatto”
con te stesso.
Il paradosso della vita moderna è che trascorriamo gran
parte della nostra vita fuori di noi per trovare stimoli che ci
facciano sentire in pace e appagati. Invece, abbiamo già
dentro ciò che perseguiamo, a livello spirituale. E allora,
perché non scegliamo di sentirci in pace, affettuosi e
felici a volontà? Perché ci è stato insegnato
a credere che il sentire sia un nome, che è qualcosa che ti
accade, contrariamente alla verità, e cioè che il
sentire è un verbo, qualcosa che si fa.
Abbiamo appreso questa lezione probabilmente quando eravamo
bambini, quando siamo stati per la prima volta al circo o al
cinema. E’ stato allora che molti di noi hanno imparato a
eguagliare eccitazione con felicità. Ma il significato vero
di eccitazione è agitazione e la vera felicità
è appagamento. Abbiamo imparato che l’eccitazione, che
è un’agitazione stimolata, è felicità, ma non
lo è. E abbiamo imparato che i sentimenti vengono
dall’esterno, il che non è pure vero. Pertanto trascorriamo
la nostra vita alla ricerca di varie forme di stimoli con
l?illusione che ci “faranno felici”. Ma non lo fanno. Essi spingono
solamente la coscienza (il sé) verso l’alto prima di
ricadere inevitabilmente giù. E’ questo che porta alla
frustrazione e alla dipendenza.
Re-imparare a sentire significa imparare a
essere padroni di ciò che si sente, scegliendo che cosa
sentire. Allora la vita può essere vista come una scelta tra
due sentieri, il sentiero di chi domina e il sentiero di chi
è dominato.
Domanda: Che cosa stai provando in questo
momento?
Riflessione: L’emozione può essere sentita,
ma il sentimento non è emozione.
Azione: Osserva le emozioni al loro insorgere, oggi. O
durante o dopo, trascrivi esattamente ciò che stai provando
(non pensando). Poi scegli coscientemente di cambiare, che cosa
senti?
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