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Il documentario Us+Them arriva nelle sale cinematografiche italiane. Il mondo immaginifico di Roger Waters è quanto mai concreto. Il nostro commento.
Dopo aver messo su pellicola il suo fantastico tour di The wall, il cantautore Roger Waters ritorna sul grande schermo con Us+Them, la riproduzione cinematografica di un tour grandioso che ha toccato 156 città per quasi 2,5 milioni di spettatori. Come tutte le produzioni di Roger, anche questa è eccezionale. Avendo partecipato agli spettacoli e ai concerti dal vivo, posso affermare che questo documentario è il compendio ideale.
Si vive lo spettacolo come se si fosse nel backstage, oppure in prima fila oppure a fianco dei musicisti con effetti speciali straordinari, una musica grandiosa, un repertorio che pesca dal meglio della produzione dei Pink Floyd con un paio di brani dall’ultimo album di Waters. Ormai è una rockstar impegnata, sia come performer sul palco che come comunicatore e divulgatore.
Se la prende con quelli che definisce “pigs”, maiali che volano sullo schermo, con scritte che suonano come una condanna verso i “maiali che governano il mondo”, come il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Ma c’è sempre un messaggio di speranza e di solidarietà nella musica e nella comunicazione di Roger Waters, che coinvolge per ogni data gruppi di ragazzi a fare il coro di Another brick in the wall, colonna sonora della caduta del muro di Berlino.
Infine, si chiude anche con una chicca, un backstage di un quarto d’ora, in cui lo spettatore può vedere il making of del concerto, di questa produzione straordinaria che prevede trenta camion e oltre dodici ore di montaggio. Entrate direttamente nel mondo immaginifico, straordinario, fantasioso di Roger Waters, 76 anni, in forma più che mai.
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