Scratch My Back – Peter Gabriel

Scratch My Back – Peter Gabriel E’ un disco di cover d’artisti, Elbow, Arcade Fire, David Bowie, Lou Reed, Radiohead e altri. Sorprendente rispetto a lavori come “Shock The Monkey” e “Sledgehammer”, con queste nuance mistiche. Sorprendente anche per la scelta dei brani: le canzoni originali sono spesso guitar-driven o con forti percussioni – mentre

Scratch My Back – Peter Gabriel

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E’ un disco di cover d’artisti, Elbow, Arcade Fire, David Bowie,
Lou Reed, Radiohead e altri. Sorprendente rispetto a lavori come
“Shock The Monkey” e “Sledgehammer”, con queste nuance
mistiche. Sorprendente anche per la scelta dei brani: le canzoni
originali sono spesso guitar-driven o con forti percussioni –
mentre qui le andiamo a riascoltare orchestrali, senza più
tamburi, chitarre né elettronica.

Nel caso di “Flume” di Bon Iver è un semplice piano (con
delicate sottolineature di archi e ottoni) a rimpiazzare
l’appassionata chitarra acustica originale. Da collezionisti la
versione operistica di “Heroes” di David Bowie; più fedele
all’originale “Mirrorball” di Elbow.

Una traccia su tutte? “Listening Wind”. La calda voce di Gabriel da
sola o quasi – con un cenno d’archi – copre l’assenza di tutte le
ritmiche dei Talking Heads, colmando in compenso la canzone di
fremiti quasi concitati, rabbiosi.

Pare che questo sia il primo disco d’una collana volta a
recuperare e reinterpretare le radici dell’artista stesso: per
Peter Gabriel, dopo così tante invenzioni e innovazioni,
è il momento di cominciare a rileggere. Anche se
stesso.

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